Lo sviluppo di un porto è sviluppo della città

Se lo sviluppo di un territorio deve iniziare dal porto, allora bisogna avere il coraggio di affermare che un “porto” urbano/mercantile/industriale/turistico deve essere uno degli elementi di supporto alla modernizzazione di una città. Biunivocamente, una città deve essere in grado di poter ospitare nuove attività e nuove imprese; deve mettere a disposizione le proprie infrastrutture di trasporto; deve avere il coraggio di evitare di essere città di “servizio” di altre province, specie nel campo del trasporto marittimo ed aereo. E per questo occorre individuare spazi per la residenza, per il commercio e per i servizi; spazi strategici sia della città, del porto e dell’aeroporto; decidere quale tipologia di città rincorrere, perché da questo dipenderà il piano strategico dell’intero territorio. In sostanza, si tratta di riscoprire una città come “città marinara” per essere al centro di una cultura mediterranea, come lo sono molte delle nostre città. Questo consentirà di essere, un domani, come lo è stato in passato, città con un ruolo decisivo per la formazione di una rete potente di comunicazioni commerciali. L’importante è non concorrere all’obsolescenza dei recinti portuali che per molte delle nostre città sono divenuti parchi desertificati e che la cultura li dovrebbe prendere in consegna. Tutti concorrono sostanzialmente allo sviluppo sia del porto che dell’intero territorio; farsi carico di una posizione geopolitica/economica che un porto occupa insieme alla sua città dentro un bacino marittimo, per creare opportunità di crescita e di internazionalizzazione dell’economia locale; raccordarsi alle istituzioni chiarendo le peculiarità di un territorio rispetto ad un altro per produrre la migliore pianificazione territoriale concertata a tutti i livelli decisionali e di partecipazione.

 

Abele Carruezzo