Ue con IRINI nel Mediterraneo controlla embargo armi in Libia

Bruxelles. L’Unione europea sta intensificando gli sforzi per far rispettare l’embargo sulle armi delle Nazioni Unite alla Libia e per sostenere il processo di pace per il paese. La nuova missione europea sta utilizzando risorse aeree, satellitari e marittime per identificare movimenti sospetti e sta effettuando ispezioni di navi in alto mare al largo delle coste libiche sospettate di trasportare armi o materiale correlato da o verso la Libia. L’ultima intercettazione operativa è avvenuta su una nave cisterna, la Royal Diamond 7, battente bandiera delle Isole Marshall. La nave petroliera di 13.000 dwt era partita dal porto di Sharjah negli Emirati Arabi Uniti e faceva rotta su Bengasi in Libia. Informazioni dell’intelligence affermavano che la nave trasportava un carico di carburante per aviogetti che poteva essere utilizzato per scopi militari, e quindi incluso nelle sanzioni delle Nazioni Unite.

All’operazione militare hanno partecipato la fregata tedesca FGS Hamburg con il supporto della fregata italiana ITS Margottini. La petroliera Royal Diamond 7 si trovava in acque internazionali, a 75 miglia nautiche a nord della città libica di Derna (Cirenaica). I militari, saliti a bordo della Royal Diamond 7, abbordaggio con elicottero, hanno intimato alla nave di non entrare in Libia e quindi è stata dirottata in acque europee al largo delle coste della Grecia per ulteriori indagini, e risulta attualmente  detenuta. La missione europea, denominata EUNAVFOR MED IRINI (dal greco Irini significa per la pace), è stata avviata il 4 maggio 2020, dopo l’incontro di Berlino del gennaio 2020 sulla situazione libica. I partecipanti hanno deciso di lanciare “Irini” in sostituzione di una precedente iniziativa nota come “Sophia” che era stata lanciata nel giugno 2015.

Il mandato iniziale di “Irini” durerà fino a marzo 2021. Obiettivi sono far rispettare l’embargo sulle armi e monitorare le esportazioni illecite comprese il petrolio greggio e i prodotti petroliferi raffinati; oltre a cercare di interromperne il traffico ed anche quello di esseri umani. La missione operativa sosterrà anche l’addestramento della Guardia Costiera libica. Durante i primi quattro mesi di operatività, la missione ha effettuato 650 chiamate e 12 approcci amichevoli e abbordaggi di navi mercantili. L’operazione ha monitorato le navi sospette in mare in più di dieci porti e punti di sbarco. Ha inoltre rilevato 80 voli sospetti che potrebbero trasportare carichi militari da e verso la Libia, monitorando 25 aeroporti e piste di atterraggio. Lo sforzo è assistito anche dal Sat Cen (Centro satellitare dell’Unione europea), che ha fornito più di 230 set d’immagini satellitari su richiesta degli operatori militari della missione “Irini”.

 

Abele Carruezzo