L’IMO e l’Accordo di Città del Capo sulla sicurezza dei pescherecci

Pescherecci da traino cinesi. Foto dell’U.S. Coast Guard

Londra. L’Organizzazione Marittima Internazionale (IMO) ha rinnovato la richiesta ai Paesi a ratificare l’Accordo sulla sicurezza dei pescherecci di Città del Capo per aiutare ad affrontare il problema perenne della pesca illegale.

A dieci anni dalla sua adozione nel 2012, il Trattato Internazionale, che mira a rendere la pesca sicura, sostenibile e legale e a proteggere i pescatori, deve ancora entrare in vigore perché troppo pochi Paesi l’hanno ratificato.

Il Trattato mira a stabilire degli standard per la costruzione e la navigabilità delle navi, ponti antiscivolo, riscaldamento, ventilazione dei locali macchine non monitorati, norme di sicurezza antincendio, dispositivi di salvataggio, procedure di emergenza e radiocomunicazioni, con l’obiettivo generale di rendere la pesca commerciale sicura e sostenibile.

“Rimango fiducioso che, lavorando insieme, garantiremo l’entrata in vigore dell’Accordo per completare il pilastro mancante per una pesca sicura, sostenibile e legale”, ha affermato Kitack Lim, Segretario generale dell’IMO.
Ha aggiunto che il mondo non può permettersi di non considerare necessaria la sicurezza dei pescatori e dei pescherecci, e per questo la rinnovata richiesta ai Paesi di ratificare l’Accordo, proprio per consentirne l’entrata in vigore.

Per entrare in vigore, l’Accordo deve essere ratificato da 22 Paesi con una flotta combinata di 3.600 pescherecci di lunghezza fuori tutta di 24 metri. In questo modo, i pescatori avrebbero legalmente diritto allo stesso livello di protezione e di salvaguardia in mare di cui godono i marittimi mercantili.
Finora, l’Accordo di Città del Capo è stato ratificato da 17 Stati con 1.925 pescherecci dichiarati. A seguito di una Conferenza Ministeriale nel 2019, più di 50 Stati hanno firmato la Dichiarazione di Torremolinos per manifestare la loro determinazione a ratificare l’Accordo entro il suo decimo anniversario, che cadrà in ottobre prossimo. Se l’Accordo sarà integralmente ratificato entro ottobre, potrebbe entrare in vigore già nell’ottobre 2023. Si garantirebbe così al mercato forniture di pesce e frutti di mare catturati solo in modo sicuro e sostenibile, ovunque si consumi pesce e prodotti ittici, cioè nel mondo.

L’entrata in vigore dell’Accordo introdurrà un regime internazionale che contribuirebbe a una più ampia lotta contro le attività di pesca illegali, non regolamentate e non dichiarate. Ciò contribuirebbe a proteggere gli stock ittici mondiali, garantire una concorrenza leale nella pesca, migliori condizioni di lavoro e salvaguardare i pescatori dalle violazioni dei diritti umani.
Inoltre, tale Accordo contribuirebbe a ridurre i rifiuti marini dei pescherecci; ridurrebbe anche le missioni di ricerca e soccorso di pescherecci mal tenuti e vecchi.

Già, nel 1993 è stato adottato il Protocollo di Torremolinos, ma non ha raggiunto il livello di ratifica, accettazione, approvazione o adesione desiderati a causa di difficoltà tecniche e legali.
Il percorso IMO per garantire sicurezza al settore della pesca e ai pescherecci è iniziato a Torremolinos, in Spagna, nel 1977 con l’adozione della Convenzione Internazionale di Torremolinos per la sicurezza dei pescherecci.

Nel 2012 è stato adottato l’Accordo di Città del Capo per affrontare le difficoltà e facilitare la ratifica di uno strumento vincolante che istituisce un regime internazionale di sicurezza per i pescherecci.

Abele Carruezzo

Si allega Circolar Letter No. 4551- IMO