Si naviga su itinerari marittimi più lunghi e prezzi più alti: la guerra in Ucraina sta alterando i mercati delle materie prime

La transizione verso l’energia pulita potrebbe essere ritardata. La Banca Mondiale taglia le stime di crescita globali.

Washington. La Banca mondiale, in un nuovo rapporto “Commodity Markets Outlook”pubblicato mercoledì, conferma la probabilità che l’invasione dell’Ucraina avrà impatti profondi e duraturi sui prezzi delle materie prime, alterando i modelli globali del commercio, della produzione e del consumo in modi che manterranno i prezzi a livelli storicamente elevati fino alla fine del 2024, determinando un’ulteriore inflazione sulla crescita economica dell’Occidente.

Nel rapporto si legge: “I mercati delle materie prime stanno vivendo uno dei più grandi shock dell’offerta degli ultimi decenni a causa della guerra in Ucraina e il conseguente aumento dei prezzi del cibo e dell’energia, il più grande dalla crisi petrolifera del 1973, sta comportando un significativo tributo umano ed economico e probabilmente bloccherà i progressi nella riduzione della povertà”.

A causa delle interruzioni legate alla guerra, si legge sempre nel rapporto della Banca mondiale, il greggio Brent dovrebbe raggiungere una media di $ 100 al barile per l’intero anno nel 2022 e scendere solo leggermente a $ 92 nel 2023. I prezzi del gas in Europa dovrebbero essere il doppio rispetto allo scorso anno (se non di più ) e il carbone sarà probabilmente in media superiore dell’80% rispetto allo scorso anno.

Dalla crisi energetica facilmente si passa alla crisi alimentare; gas più costoso significa fertilizzanti più costosi e una minore produzione di colture e costi alimentari più elevati.
Poiché l’Ucraina è uno dei principali esportatori di materie prime agricole e i suoi porti sono chiusi dal blocco, la guerra limita direttamente anche la fornitura di grano e oli vegetali. Si prevede che il grano aumenterà del 40 percento durante l’anno.

L’impatto delle sanzioni tenderà anche ad aumentare le distanze tonnellate-miglio per i trasporti marittimi di materie prime, secondo le prospettive della Banca Mondiale.
Mentre i paesi che hanno sanzionato la Russia cercano alternative all’energia russa, si riforniranno da siti più lontani, aggiungendo quindi i costi di trasporto.

Ad esempio, la Germania ha quasi del tutto smesso di acquistare petrolio dai suoi vicini russi, ma la lontana Indonesia sta valutando se acquistare carichi a prezzi scontati. Lo stesso schema è vero per il carbone, poiché i consumatori dell’UE di carbone russo cercano alternative non russe da paesi lontani come l’Australia e la Colombia. A loro volta, acquirenti neutrali in India, Cina o altrove possono iniziare ad acquistare carbone russo indesiderato con uno sconto, spedendolo a migliaia di miglia dal porto di origine.

Questa è un’ottima notizia per le compagnie di navi cisterna e bulker, ma in questo caso, avverte la Banca mondiale, le entrate extra per tonnellate-miglia sono anche un costo aggiuntivo per l’economia globale.
La Banca mondiale avvisa che l’aumento dei prezzi minaccia di interrompere o ritardare il passaggio a forme di energia più pulite. Diversi Paesi hanno annunciato piani per aumentare la produzione di combustibili fossili. Anche i prezzi elevati dei metalli stanno facendo aumentare il costo dell’energia rinnovabile, che dipende da metalli come l’alluminio e il nichel per le batterie.

Per questo la World Bank esorta i responsabili politici ad “Agire prontamente per ridurre al minimo i danni ai propri cittadini e all’economia globale” e chiede “Programmi mirati di safety-net come trasferimenti di denaro, programmi di alimentazione scolastica e programmi di lavoro pubblico, piuttosto che sussidi per cibo e carburante. Una priorità fondamentale dovrebbe essere quella di investire nell’efficienza energetica, compresa la protezione degli edifici dagli agenti atmosferici”. 
E il rapporto si conclude invitando i Paesi ad “Accelerare lo sviluppo di fonti di energia a zero emissioni di carbonio come le rinnovabili”.

Intanto la Commissione europea sta valutando il sesto pacchetto delle sanzioni contro la Russia e il Cremlino contrappone la chiusura dei rifornimenti di gas ai paesi ostili.

Abele Carruezzo