IMO per un tetto globale sulle emissioni di zolfo

LONDRA – Il problema dell’inquinamento marittimo dovuto a navi che consumano combustibili pesanti è sotto i riflettori sia degli armatori come pure dei caricatori e dei noleggiatori. Per combattere tale inquinamento, il Comitato per la protezione dell’ambiente marino (IMO) si riunirà a Londra i prossimi 24-28 ottobre per decidere se imporre un tetto sulle emissioni di SOx dal 2020/2025 (passando dall’attuale 3,5 % contenuto di combustibile allo 0.5%) e che sia valido a livello mondiale.

E’ noto che il contenuto di SOx in olio combustibile  pesante utilizzato da navi è superiore rispetto ai motori diesel. Già alcune compagnie di navigazione, in particolar modo le cruising liner, hanno adottato autonomamente il passaggio alla propulsione diesel soprattutto in avvicinamento a quei porti in forte congestione di traffico. Le grandi navi portacontainer di 15.000/18000 teu consumano fino a 300 tonnellate di combustibile ad alto tenore di zolfo al giorno in navigazione, mentre per una superpetroliera da 300.000 DWT fino a 100 tonnellate/giorno.

La UE ha già deciso che l’obbligo di zolfo dello 0.5% si applicherà nel 2020 a partire dalle 200 miglia nautiche dalle coste degli stati membri, indipendentemente dalle decisioni prossime dell’IMO. Mentre la Cina dovrebbe darsi norme più severe, vista l’alta densità di porti container lungo le proprie coste. Molti armatori stanno cercando ripari a norme più restrittive che le varie Authority stanno imponendo nei porti; si cerca di non utilizzare combustibili ricchi di zolfo, oppure stanno inserendo sulle proprie navi impianti di lavaggio per pulire le emissioni di scarico.

Pur riconoscendo il fattore inquinante, le associazioni degli armatori, noleggiatori e spedizionieri fanno notare che una superpetroliera (VLCC) utilizzando gasolio a basso tenore di zolfo al posto di combustibile bunker i costi del carburante aumenterebbe di circa il 44%  (cioè da una media di circa 212$/tonnellata/olio combustibile pesante a 379$/tonnellata/gasolio). Comunque, l’intero settore dello shipping è pronto ad ottemperare alle prossime decisioni internazionali IMO, ma fa notare che tali norme, pur riducendo l’inquinamento atmosferico da navi, porterebbero a raddoppiare i costi del carburante in un settore già scosso dalla più forte recessione degli ultimi decenni.

 

Abele Carruezzo