Shipping confidence: il livello di fiducia riprende a salire

Il mondo dell’industria marittima sta navigando dai primi quattro mesi di questo 2013 con una forte “buona speranza” che fa presagire la fine del ciclo di una crisi iniziata nel lontano 2008. Si prevede una migliore aspettativa di aumenti di tassi di nolo nei prossimi dodici mesi, in particolare nel settore delle rinfuse secche con probabili nuovi investimenti nel settore. Tutti gli attori dello shipping, armatori, compagnie di navigazione, gestori, noleggiatori e broker si sentono più sicuri circa i mercati di trasporto in cui operano, e più ottimisti per impegnarsi in nuovi investimenti importanti per il prossimo anno.

Tale previsione la si evince da un sondaggio fra gli operatori, responsabili di strategie marittime mercantili e che evidenzia un grado di fiducia nella ripresa più che sufficiente. Detto sondaggio sul controllo dei livelli della “shipping confidence” è stato realizzato, a livello internazionale, dallo studio Moore Stephens International, una delle reti di consulenza contabile più importanti del mondo, con 299 imprese indipendenti e 624 uffici in 101 paesi. Gli intervistati riguardano armatori, noleggiatori, broker, consulenti, manager e altri dislocati nel Regno Unito, nel resto d’Europa, USA, Canada, Russia, Cina, India e resto dell’Asia, America Latina, Africa e Australasia.

Dando un livello di fiducia medio pari a 5,8 su una scala da 1(basso) a 10 (alto), tutte le categorie di intervistati che operano nei vari mercati dello shipping hanno espresso una maggiore fiducia per il futuro. Il voto di fiducia per i manager è stato di 6,2; per i noleggiatori  di 5,6; la fiducia da parte degli armatori è risultata 5,5, mentre per gli intermediari marittimi e broker 5,3; geograficamente, anche se la fiducia in Asia è scesa da  6,0 a 5,6 e in Nord America  da 6,6 a 6,1, in Europa si è registrato il livello più alto da agosto 2012 e cioè da 5,3 a 5,8. Dal monitoraggio emerge anche che i tre “driver” per il recupero del settore sono positivi: la rottamazione di navi vecchie  aumenta sempre, i nuovi ordini si stanno livellando e la domanda di trasporto sarà migliore e di qualità con il risultato che dovrebbe segnalare una ripresa del settore misurabile entro la fine di questo 2013.

Vi sono poi segnali che le banche iniziano ad essere disposte a prestare ancora una volta  denari  alle imprese di trasporto che hanno fatto il loro dovere (cioè con bilanci in regola)  ed a quelle che si sono innovate per avere valide opportunità in un mercato dello shipping, cambiato in modo significativo nel corso degli ultimi due anni. I costi del carburante, però,  sono ancora in cima ai pensieri di un numero grande di intervistati; anche se molti guardano alle prospettive interessanti per la propulsione LNG;  altri invece sono preoccupati per l’aumento del costo di funzionamento dei motori con olio combustibile pesante.

E’ ancora presto, per dire che la crisi sia debellata del tutto, ma il tono dei commenti da parte degli intervistati del sondaggio indica senza equivoci che ci troviamo di fronte ad una cambiamento strutturale, in positivo, dell’intero settore. Infatti, ancora si dovranno stabilizzare i costi operativi, in particolare del carburante e della manodopera, e non si calcola il peso dei costi aggiuntivi per la crescente regolamentazione ambientale di convenzioni internazionali che saranno operative a breve; ed ancora non è stato quantificato il costo per rispettare la nuova convenzione sulle acque di zavorra (BWM). Tutto questo il settore dello shipping prevede, ma  occorrono fatti per una reale ripresa di tutto il settore con tutta la sua filiera del processo del trasporto marittimo.

 

Abele Carruezzo