Lo shipping ellenico aiuterà la Grecia

Per sostenere l’economia di Atene, gli armatori ellenici si raddoppiano le imposte a loro carico e confermano la volontà della comunità marittima di sostenere lo sforzo nazionale per stabilizzare l’economia greca. Esempio di solidarietà di una nazione che versa in una recessione economica che pare non finisca mai. Altre nazioni dovrebbero riflettere, mentre in Italia si discute sul finanziamento pubblico ai partiti che non ci sono più e non rappresentano più nessuno.

L’accordo volontario è stato firmato l’altro ieri tra il premier greco Antonis Samaras e il presidente dell’Unione armatori greci Theodore Veniamis, presenti e testimoni i ministri delle finanze e dello shipping. L’accordo prevede una durata triennale, un’imposizione fiscale raddoppiata a carico delle società armatoriali e sarà applicata a tutte le navi di armatori greci battenti bandiera ellenica o straniera. Le società armatrici coinvolte dall’accordo volontario ammontano a 441, per una flotta totale di 2.769 navi; questo numero di navi dichiarato dalle compagnie di navigazione corrisponde a quasi il 90% di tutte le navi battenti bandiera greca, mentre la quota di navi di bandiera straniera operate dalle compagnie elleniche raggiunge il 65%.

Viaminis dell’Unione armatori greci ha sottolineato che 75 milioni di euro sono stimati come valore complessivo dei versamenti delle imposte da parte della comunità marittima greca attraverso il regime della tonnage tax e si prevede che, con l’accordo, raggiungerà un valore annuale di 140 milioni di euro. Mentre in Italia si parla solo di Imu e Tares.

 

Abele Carruezzo