International Chamber of Shipping sulle emissioni servono severe norme IMO

LONDRA – In occasione dell’ultima seduta (18-22 aprile 2016) della Commissione Internazionale Ambiente Marittimo in seno all’IMO, (MEPC 69a Maritime Enviromental protection Committee), l’International Chamber of Shipping (ICS) ha fatto una serie di osservazioni per affrontare la necessità di ridurre le emissioni di CO2 del settore. Argomento che sta divenendo impellente poiché si stanno concentrando più problemi riguardo all’attuazione della convenzione sulle acque di zavorra e la necessità di una decisione immediata da parte IMO se le navi dovranno utilizzare carburante con lo 0,5% di zolfo nel 2020.

Per la Camera Internazionale dello Shipping la priorità consiste nell’adottare in tempi brevi da parte dell’IMO il nuovo sistema di raccolta dati delle emissioni globali al fine di facilitare il possibile sviluppo di ulteriori misure di riduzione di CO2. Il tutto in accordo con l’ultimo protocollo di Parigi sui cambiamenti climatici e firmato in questi giorni a New York in sede ONU.

Per il segretario generale dell’ICS, Peter Hinchliffe, il sistema globale di monitoraggio dati è il risultato di un compromesso accettabile tra i governi interessati principalmente ai dati sul consumo di carburante e le emissioni di CO2 e quelli che desiderano raccogliere informazioni aggiuntive, come il cosiddetto carico di lavoro da trasporto. In particolare, l’ICS ha presentato una nota, realizzata in collaborazione con Intertanko, da cui si evince che l’entrata in vigore della convenzione internazionale sulle acque di zavorra (BWM)  prevista per la fine del 2017, costringerà gli armatori ad affrontare una sfida  a causa della impreparazione di molti cantieri nell’attrezzare le navi dei nuovi sistemi ausiliari di trattamento delle acque; tale mancanza di capacità ad adeguare le navi è dovuta principalmente al ritardo e alla incertezza manifestata da parte dell’IMO ad uniformare le caratteristiche tecniche dei vari sistemi di trattamento le acque di zavorra e le rispettive compatibilità.

Ed ancora, molti governi hanno già adottato diversi regimi di autorizzazione di adeguamento delle navi che sono stati adottati dagli Stati Uniti e quindi si rende necessaria una compatibilità tecnica e di fatto con le linee guida IMO;  in particolar modo la definizione di un organismo marino “non vitale” e sui metodi di prova utilizzati, test di verifica che utilizzano raggi ultravioletti per l’approvazione di sistemi di trattamento delle acque di zavorra.

Per quanto riguarda il limite dello zolfo nei fuel, la convenzione MARPOL prevede che le navi al di fuori delle zone di controllo delle emissioni devono utilizzare combustibili contenenti non più dello 0,5% di zolfo a partire dal 2020, ma si lascia aperta una finestra proroga fino al 2025, come si evince dai risultati di  uno studio condotto dall’IMO  sulla disponibilità di usare combustibile conforme.

 

Abele Carruezzo