Ue per sanzionare porti e cantieri

Bruxelles-La Commissione Ue sui regimi fiscali dei porti italiani e spagnoli va avanti e trova le “sue” giustificazioni per una motivazione considerata a tutti i livelli errata e solidale solo con la lobby dei porti del Nord Europa. Per l’Ue, il futuro uso delle infrastrutture realizzate e/o da realizzare sono assoggettate a regime fiscale europeo e il contributo statale per realizzare dette opere rientrino nel campo di applicazione delle norme dell’Ue sugli aiuti di Stato.

Tale pedagogia viene applicata in ogni ambito dall’Europa dell’euro, l’Europa della global class e dei geni bancocrati finanzieri: tutto ciò che non è conforme ad una visione finanziaria – economica e quindi geografica  di una Ue, che invece di risolvere i problemi li crea,va sotto procedura d’infrazione. Non solo i porti, ma l’asse politico strategico franco- tedesco con Macron punta sui cantieri italiani Fincantieri. Parigi e Berlino hanno chiesto alla Commissione Ue di valutare la proposta di acquisizione dei cantieri francesi STX (già Chantiers de l’Atlantique) da parte di Fincantieri.

Il fatto-Nel vertice di Lione del settembre 2017, il premier Gentiloni, dopo una lunga trattativa, aveva firmato l’accordo con il francese Emmanuel Macron: il gruppo italiano avrebbe ottenuto dallo Stato francese il 50% dei cantieri di Saint-Nazaire, più in prestito per dodici anni l’1%, acquisendone di fatto il controllo e pagando 59,7milioni di euro. Un’alleanza che nel settore internazionale è stata vista foriera d’innovazioni e produttività e che ha iniziato a lavorare nel settore della difesa tramite la partnership tra Fincantieri e Naval Group proprietaria dell’11,7% del capitale dell’ex STX.

Un global group nell’industria della cantieristica internazionale che doveva dare e darà  nuova linfa agli stabilimenti francesi segna una “frenata”, dal sapore politico, ma che creerà dei problemi. Macron se ne deve fare una ragione: tre anni fa i cantieri francesi erano finiti in procedure concorsuale al tribunale fallimentare di Seul; servivano solo i via libera dell’Antitrust francese e tedesco, avendo Fincantieri informato dell’operazione la Commissione Ue.

Bruxelles aveva dichiarato che la soglia di fatturato dell’operazione non rientrava nello standard per giustificare un esame e valutazione da parte della Commissione Ue e l’intero dossier era rimandato alle Autorità nazionali. A oggi, l’Antitrust francese e quella tedesca, insieme, hanno presentato domanda di rinvio dell’acquisizione dell’accordo in base al Regolamento Ue sulle concentrazioni e chiedendo contemporaneamente alla Commissione Ue di esaminare detta proposta. La Germania è interessata a difendere uno dei concorrenti più agguerriti di Fincantieri, proprio il gruppo tedesco Meyer Werft.

Variabili-L’Antitrust Ue, guidato da Margrethe Vestager, sulla base delle carte fornite da Parigi e da Berlino ha dichiarato che l’operazione “potrebbe nuocere in misura significativa alla concorrenza nel settore della costruzione navale, in particolare per quanto riguarda il mercato mondiale delle navi da crociera”. Bruxelles, ricevuto il dossier, avrà venticinque giorni lavorativi per esprimersi. Variabili saranno gli scenari che si aprono ora: o si accetta in blocco l’accordo incondizionato, oppure la Commissione delle modifiche e delle condizioni e quindi con un supplemento d’indagine.

La politica-Tutta da definire, a parte gli annunci di Salvini e Di Maio: “ parità di condizioni o ci saranno conseguenze”. In ambienti tecnici si afferma che una tale strategia da parte di Macron messa in atto, pur non avendo probabilità vincenti, ha solo messo in difficoltà il gruppo italiano per guadagnare tempo (fino alle elezioni europee) e nel frattempo logorarlo. E ancora, su un’altra questione, la Thales (compra senza problemi sui mercati dell’elettronica) e Airbus fa altrettanto; e comunque non sono stati sollevati dubbi, mentre sulla questione Fincantieri, si!

La domanda-Ha senso sbarrare la strada burocraticamente a un’operazione che permette il rafforzamento industriale di un gruppo di rilevanza mondiale? L’Europa è davvero destinata al declino e non interessa la competizione con i cantieri navali asiatici? La domanda “cattiva” invece è quella che si possa attivare una difesa di una “sovranità nazionale” tramite una Commissione europea che continuamente difende l’asse franco-tedesco?

Abele Carruezzo