Per Enel Italia in Commissione Bilancio della Camera è già futuro

Roma. Il mondo dell’energia sta vivendo una forte accelerazione nel superamento della produzione tradizionale che sarà sostituita in maniera sempre più rilevante dalle fonti rinnovabili. Sicuramente stiamo attraversando, in tutto il mondo, un processo di transizione energetica verso un modello sostenibile con l’obiettivo di raggiungere la completa decarbonizzazione.Obiettivo che Enel Italia  ha posto di realizzarlo entro il 2050 investendo in tecnologie, digitalizzazione, reti intelligenti e fonti rinnovabili.

Nel corso degli ultimi anni i consumi delle attività industriali stanno diventando più efficienti, e nello stesso tempo il ruolo delle fonti rinnovabili è cresciuto, la sensibilità ambientale è sempre più diffusa e le dinamiche che regolano il mercato stanno aprendo nuovi orizzonti. Sino a pochi anni fa, poche grandi centrali producevano energia per tutto il Paese. Oggi piccoli impianti, rinnovabili, diffusi lungo tutta la penisola, stanno dando forma a un nuovo modello più distribuito di generazione nel quale l’energia pulita ha un ruolo crescente.

Impianti e siti che hanno sostenuto la crescita industriale del nostro Paese e che oggi, attraverso la collaborazione con i territori e la creazione di valore condiviso, possono raccontare nuove storie di sviluppo, innovazione sostenibile e riqualificazione energetica. La filosofia industriale è integrare in modo strategico un nuovo approccio ambientale sostenibile direttamente nel business per facilitare la transizione verso un’economia circolare. Lo avevamo scritto la scorsa settimana che anche in questo settore, la transizione energetica sta cambiando il modo di produrre e consumare l’energia elettrica. Enel si sta ri-pianificando in senso industriale su fonti rinnovabili, sistemi di accumulo di energia, impianti a gas e soprattutto nella valorizzazione delle aree in dismissione.

Questa mattina, 8 settembre, l’ad Enel Italia Spa, Carlo Tamburi, in audizione presso la Commissione Bilancio alla Camera, sui progetti relativi ai fondi del Recovery Fund, ha precisato che occorrono delle semplificazioni burocratiche certe, e le certificazioni ministeriali relative alle chiusure dei siti Enel da dismettere entro il 2021, se si vuole già programmare il futuro della produzione energetica, senza dipendenze geopolitiche strutturali da altri Stati. Enel Italia, è stato detto, in audizione, che chiuderà tutti i suoi impianti entro il 2025 e si andrà verso un mix di rinnovabili. La centrale Enel Federico II di Cerano di Brindisi, sito alimentato a carbone, dal primo gennaio sarà chiusa (i quattro gruppi compensati con gas e rinnovabili); per la stessa data, chiuderanno pure gli impianti a carbone di Fusina (Venezia) e di La Spezia.

Per la chiusura di La Spezia e Fusina è stato riferito in Commissione Bilancio della Camera che è importante che si possano avere le autorizzazioni per l’inizio del 2021 per procedere alle aste con capacity market. “Si produrrà energia da fonti rinnovabili e si darà energia da idrogeno all’Ilva di Taranto” – ha dichiarato l’ad Tamburi – ed ha illustrato i piani di transizione energetica progettati da Enel Italia. Mentre su Catania l’obiettivo sarà di decuplicare la capacità produttiva di pannelli fotovoltaici. Tamburi avverte che se il decreto semplificazioni non introdurrà davvero le semplificazioni burocratiche per accelerare il processo di installazione di parchi eolici e di impianti fotovoltaici in Italia, “questi obiettivi non saranno raggiungibili”.

Abele Carruezzo