Il viaggio della petroliera iraniana continua

Teheran. Fino a ieri mattina, la petroliera iraniana Adrian Darya 1 era entrata in acque territoriali turche e faceva rotta verso il porto di Mersin. Alcune controversie tecnico-burocratiche (politiche-diplomatiche) non hanno consentito l’attracco; oggi, verso le ore 11.00 ora locale, la nave si trovava a circa 70 miglia a sud ovest di Creta; la sua velocità si è ridotta a circa 8 nodi e sta procedendo con rotta verso il porto turco di Iskenderun (forse per procedure di allibo).

Intanto, fonti governative iraniane comunicano che il greggio, 2,1 milioni di barili di petrolio, quasi l’intero carico della VLCC, è stato venduto; non è dato sapere il paese acquirente; il carico sui mercati internazionali è valutato in circa 130 milioni di dollari (117 milioni di euro). Con il passaggio di Stato di Bandiera (da Panama all’Iran) operato sulla nave Adrian Darya 1 (già Grace 1), l’Iran ha inteso nazionalizzare la nave e il suo carico.

Operazione diplomatica per dimostrare che non teme abbordaggi e sequestri da parte degli Usa o dagli inglesi e che intenda svolgere i propri traffici commerciali marittimi e soprattutto di approvvigionamento di greggio in tutta tranquillità e sicurezza, anche verso Paesi soggetti a embargo europeo e/o americano. La stessa fonte iraniana informa la netta volontà dell’Iran di difendere il proprio naviglio commerciale; hanno informato che in queste ore Autorità di Teheran hanno dispiegato un cacciatorpediniere armato di missili da crociera per proteggere il traffico navale battente bandiera iraniana in transito nel Golfo di Aden.

Intanto, il viaggio della petroliera Adrian Darya 1 continua su rotte non ufficiali e si pensa che possa fare rotta verso il Libano. Dai porti libanesi è più facile contrabbandare il greggio verso la Siria. Anzi, per Teheran l’impegno diplomatico (sempre dopo l’allibo) è quello di far scalare alla nave un porto siriano, dimostrando di poter aggirare l’embargo e di non temere minacce americane e/o inglesi.

Le acque cominciano a farsi “mosse” perché gli Usa con il proprio naviglio militare vorranno vedere in quale porto terminerà il viaggio della petroliera Adrian Darya1; ma in quelle stesse acque è presente anche il naviglio militare russo evitare qualsiasi incidente e per sostenere l’Iran, anche senza dichiarazioni chiare e trasparenti.

Abele Carruezzo