Armatori e proprietari dell’Ever Given presentano nuova offerta all’Autorità del Canale di Suez

Ismailia. Doveva essere la seduta fondamentale per il Tribunale Amministrativo di Ismailia sulla controversia del caso della portacontainer Ever Given, arenatasi il 23 marzo scorso nel Canale di Suez, bloccandone il transito per sei giorni.

Dal 29 marzo scorso, una volta liberato il canale dalla nave, è in atto una crisi legale complessa tra l’Autorità del Canale e la società proprietaria della portacontainer. Crisi legale che sta mettendo in seria difficoltà molte aziende, costrette a sopportare disagi economici, con la speranza di recuperare beni (bloccati da mesi nei container di bordo della nave) per un valore di centinaia di milioni di dollari.

Le società armatrici proprietarie e quelle noleggiatrici della nave, ovvero la giapponese Shoei Kisen Kaisha e la taiwanese Evergreen Marine Corporation, tramite i loro legali, hanno presentato una nuova offerta nella controversia di risarcimento con l’Autorità del Canale, nella seduta di ieri domenica 20 giugno. Questo ha permesso al Tribunale di rimandare di due settimane il caso per eventuale sentenza.

La nave Ever Given rimane ancora sotto sequestro con il suo carico, ancorata in un lago tra due tratti del canale – il Great Bitter Lake – da quando è stata rimossa il 29 marzo. L’Autorità del Canale di Suez (SCA) aveva chiesto 916 milioni di dollari di risarcimento per coprire spese per le operazioni di salvataggio, i danni alla reputazione e le mancate entrate; richiesta poi abbassata pubblicamente a 550 milioni di dollari. I proprietari giapponesi dell’Ever Given, Shoei Kisen e i suoi assicuratori, hanno contestato tale richiesta e soprattutto la detenzione della nave (sequestro) in base a un ordine del Tribunale egiziano.
“Le trattative erano continuate fino a sabato scorso, ha detto l’avvocato della SCA, Khaled Abu Bakr, durante l’udienza in Tribunale a Ismailia sulla detenzione della nave. Poi, i proprietari della nave avevano fatto una nuova offerta senza fornire dettagli.”

Il presidente della SCA in precedenza aveva affermato che la Shoei Kisen si era offerta di pagare 150 milioni di dollari. Una sentenza del Tribunale era prevista per ieri, domenica, dopo diversi ritardi, ma il team legale della Shoei Kisen ha chiesto più tempo per le trattative. Fonti giudiziarie hanno affermato che il caso è stato rinviato al prossimo 4 luglio per consentire una “conciliazione amichevole ed equa” tra le parti. Questa settimana il P&I Club del Regno Unito, uno degli assicuratori della nave, ha dichiarato di essere impegnato in “negoziati seri e costruttivi” con la SCA e di “sperare in una risoluzione positiva di questi negoziati nel prossimo futuro”.

Abele Carruezzo