I porti nell’era di Amazon?

Molto si è detto sulle trasformazioni infra-socio-culturali in atto che molti settori del processo del trasporto marittimo sono costretti a subire, soprattutto i porti.
I flussi merceologici sono controllati da una catena di approvvigionamento in continua trasformazione e sempre più è guidata dalla tecnologia intelligente, dall’innovazione digitale e da un mercato dell’e-commerce in espansione; il tutto accelerato da una crisi causata dalla pandemia di Covid-19, ancora non risolta del tutto.


Sia le merci e sia porti hanno dovuto gestire gli aumenti di volume di anno in anno in modo efficiente e sostenibile e non uguale per tutte le regioni marittime del mondo.
Si parla di un fenomeno particolare che ha generato una tale trasformazione globale: il cd “Effetto Amazon”.


Un fenomeno che descrive sinteticamente come l’e-commerce ha cambiato la logistica, le aspettative dei clienti e la catena di approvvigionamento; e questo già avveniva prima della pandemia di Covid-19.


Una prima trasformazione dell’e-commerce sotto l’effetto Amazon è stata la necessità di spedire le merci ‘end-to-end’ più velocemente. Il valore delle vendite online in questo 2021 (secondo quadrimestre) per Amazon è stato il doppio di quello che era nel 2017. Questo di Amazon è di per sé un valore che ha generato un’espansione sia dei porti e sia delle navi. Naturalmente, se la mobile e digital technology facilitano l’acquisto, ciò che è acquistato deve essere già spedito, immagazzinato e consegnato, com’è declinato dalla filosofia Amazon. Ciò significa che i vettori hanno bisogno di navi più grandi e i porti hanno bisogno di banchine con fondali più profondi e più terminal per gestirle.


La nuova visione della filiera di approvvigionamento sta imponendo ai porti una trasformazione nell’orizzonte dell’e-commerce; ma soprattutto un cambio di strategia portuale per come sopravvivere ad una filiera che non è più la stessa.
Possiamo dire che l’effetto Amazon ha trasformato i porti?


Infatti, ha spinto i vettori a diversificare le loro operazioni e a investire pesantemente nella catena di approvvigionamento ‘end-to-end’ per diventare fornitori di logistica integrata.
La pandemia di Covid-19, pur generando incertezza in tutto il mondo, ha causato un boom dell’e-commerce e con effetti nel settore delle spedizioni e delle compagnie di navigazione.


Si è registrato un aumento delle aspettative di consegna dei clienti, che ha portato ad Amazon una corsa per diventare anche fornitore di soluzioni per la catena di approvvigionamento ‘end-to-end’.
I precedenti tempi di spedizione di 3-5 giorni non sono più accettabili e i clienti si aspettano di ricevere i loro prodotti entro quarantotto ore al massimo. Ciò ha significato che le aziende devono spedire le merci in un sito portuale in modo che l’ultimo miglio possa essere il più rapido ed efficiente possibile.


Vi è stata una corsa da parte dei vettori a utilizzare flotte con mega-navi in ​​grado di trasportare fino a 24.000 teu, che, a loro volta, hanno obbligato e stanno obbligando i porti stessi ad aumentare per gestire maggiori volumi.
Si è convinti che i container non possono più sostare nei magazzini, nel piazzale o sui telai appilati per tutto il tempo, prima di essere movimentati, come accadeva prima, cioè ieri.


Oggi, invece, i container devono lasciare il porto ed essere sull’ultimo miglio il prima possibile per soddisfare la domanda. Di conseguenza, i produttori, gli spedizionieri e i vettori hanno ora bisogno che i porti e terminal siano più che vie di transito commerciali, ma piuttosto centri abilitanti di collaborazione digitale e infrastrutturale.
L’ambiente odierno dell’e-commerce richiede investimenti infrastrutturali lungo tutta la catena di approvvigionamento, e i porti possono e devono svolgere un ruolo fondamentale, se vogliono competere.


Lo stoccaggio e la distribuzione delle merci nei porti, con i magazzini sempre più necessari all’interno di un hub di automazione e innovazione, stanno generando e formando che il vero hub è il porto.
Stiamo assistendo a una nuova caratteristica della logistica dei trasporti marittimi: la logistica porto-centrica.


I porti non sono più semplicemente un punto conveniente per l’importazione e l’esportazione, ma piuttosto essere una componente di una catena di approvvigionamento integrata e facilitatori del libero scambio.
La rapida crescita della tecnologia con strumenti di analisi automatici del mercato sta consentendo alle parti interessate della catena di approvvigionamento di coordinare e pianificare le proprie operazioni.


Questo sta portando i porti a modificare le proprie infrastrutture informatiche e telematiche per essere al passo con i cambiamenti dei rivenditori e con le esigenze dei produttori: i porti possono essere dei veri hub d’innovazione e collaborazione digitale, riducendo i collegamenti della catena di approvvigionamento e avvicinando così i magazzini al porto.


Tutta questa trasformazione della logistica marittima portuale accade in uno scenario odierno, mentre in alcuni porti si parla ancora di pontili, di dragaggi e relative casse di colmata, per uno scenario già passato!

Abele Carruezzo