“Contratti per differenza” europei proposti da Getting to Zero

Ginevra. La Coalizione Getting to Zero (GtZ) propone che i ricavi ottenuti dall’inclusione del trasporto marittimo nell’Emissions Trading Scheme (ETS) dell’UE potrebbero essere utilizzati per finanziare un programma “Contratti per differenza” per sostenere lo sviluppo di nuovi combustibili marini a zero emissioni di carbonio.

Il GtZ, una partnership tra il Global Maritime Forum e il World Economic Forum, aveva già dichiarato, l’anno scorso, che affinché lo shipping raggiunga lo stato di zero emissioni entro il 2050, in linea con gli obiettivi dell’accordo di Parigi, l’industria deve utilizzare almeno il 5% scalabile dei combustibili a emissioni zero entro il 2030. Per l’adozione di tali combustibili su questa scala, occorre un sistema equo per stabilire i prezzi a livelli sensati dal punto di vista commerciale.
GtZ sostiene che per adottare combustibili a zero emissioni occorre uno schema di ‘Contratti per differenza’: pagare ai fornitori di nuovi combustibili marini, che hanno alti costi, la differenza tra il costo del carburante convenzionale per le spedizioni e un ‘prezzo di esercizio’ fissato al valore richiesto per rendere praticabile la nuova tecnologia.

I fornitori di nuovi combustibili più costosi riceverebbero quindi un prezzo minimo garantito per il loro combustibile più costoso per la durata dello specifico Contratto per differenza. Tale sistema – si afferma in GtZ – è stato utilizzato con successo per supportare i primi sviluppi tecnologici nelle energie rinnovabili, inclusi l’eolico e il solare. Lo stesso contratto potrebbe essere finanziato da alcune delle entrate generate dall’inclusione dei trasporti marittimi nel sistema di scambio di quote di emissioni dell’UE, attuabile su base graduale a partire dal 2023.

Nel suo Insight Brief, GtZ stima che un programma per raggiungere il 5% dei combustibili scalabili a emissioni zero entro il 2030 costerebbe 1,2 miliardi di euro l’anno; questo potrebbe essere finanziato dai ricavi ETS che potrebbero ammontare a 5-9 miliardi di euro secondo il quadro dei prezzi ETS.
Già nello scorso gennaio, GtZ aveva pubblicato il rapporto “Una panoramica delle scelte politiche per colmare il divario di competitività e consentire una transizione equa dei combustibili a emissioni zero nel trasporto marittimo”.

Il rapporto esplorava varie scelte politiche, un insieme di misure e strumenti economici, approcci normativi diretti, programmi d’informazione, iniziative volontarie e politiche nazionali e regionali; i possibili impatti di ciascun gruppo di misure sul mercato e le emissioni dei trasporti marittimi nei prossimi decenni, sono stati esaminati in modo approfondito, prima di adottare misure per sostenere i combustibili a emissioni zero ed eliminare gradualmente i combustibili fossili.
I proventi di qualsiasi misura basata sul mercato dovrebbero essere riciclati nell’industria marittima per sostenere lo sforzo di decarbonizzazione, guidando la domanda e la fornitura di combustibili a emissioni zero.
Gli armatori greci, che controllano circa il 58% del tonnellaggio dell’Unione europea, hanno accolto con favore ultimamente una relazione del Parlamento europeo che riconosce il ruolo strutturale degli operatori commerciali nello shipping e per la decarbonizzazione del settore e la necessità di un fondo dedicato al settore. In sostanza, l’armamento ellenico afferma che non si arriverà al 5% senza incentivi che diano il via agli investimenti in carburanti a emissioni zero, in modo che i costi scendano; confidano in misure politiche come i ‘Contratti per differenza’ che hanno funzionato per il solare e l’eolico e quindi possono avere lo stesso impatto per i carburanti marittimi a emissioni zero.

La Getting to Zero è una coalizione, fra multi-stakeholder internazionale e fra paesi, con l’obiettivo di accelerare nel trasporto marittimo il passaggio entro il 2030 a zero emissioni, disponendo di navi operative e commercialmente valide e alimentate da combustibili a zero emissioni.

Abele Carruezzo