Fuelling the Fourth Propulsion Revolution

La domanda futura di carburante per l’industria navale è pari alla produzione attuale globale di energie rinnovabili

Londra. Secondo il rapporto “Fuelling the Fourth Propulsion Revolution” pubblicato ieri, il forte e immediato bisogno di combustibili rinnovabili nel trasporto marittimo rappresenta un’opportunità per gli investitori.

Secondo le stime del rapporto, gli investimenti in infrastrutture verdi sono fondamentali, poiché lo shipping internazionale trasporterà più della metà dei carburanti mondiali a zero emissioni entro il 2050. Particolare opportunità per il Sud del mondo identificata come l’azzeramento dei costi netti di produzione del carburante che dovrebbe essere inferiore fino al 20% in America Latina e Africa.

I nuovi dati hanno rivelato come il settore marittimo globale richiederà l’equivalente dell’intera attuale domanda mondiale di energia rinnovabile per sostituire l’uso di combustibili fossili.

“Fuelling the Fourth Propulsion Revolution”, elaborato dal Prof. Stefan Ulreich, dell’Università di Scienze Applicate di Biberach, in Germania, e commissionato dalla International Chamber of Shipping, ha evidenziato “l’enorme opportunità” per gli investitori e i governi rappresentata dalla necessità del settore marittimo globale di nuovi combustibili verdi.

Per raggiungere l’obiettivo zero (netto) del settore per il 2050, il fabbisogno di carburante del trasporto marittimo richiederebbe un aumento di elettricità da fonti rinnovabili fino a 3.000 TWh, si legge nel rapporto. Valore che rappresenta proprio l’equivalente dell’attuale produzione mondiale di energia rinnovabile. Per soddisfare lo scenario di emissioni nette zero dell’IEA entro il 2050, il mondo avrebbe bisogno di un aumento di 18 volte della capacità di produzione rinnovabile esistente. Infatti, ad esempio, il commercio globale di idrogeno identifica come sostanziali potenziali benefici i paesi esportatori e importatori, in particolare nel Sud del mondo. Ciò è dovuto ai differenziali dei costi di produzione previsti di tali combustibili nel mondo (intervallo previsto da 72,60 €/MWh a 156,40 €/MWh nel 2050). Il rapporto evidenzia che la fascia di costo riflette l’abbondanza di potenziale rinnovabile, come l’energia solare ed eolica, in molti paesi dell’Africa e dell’America Latina, che possono generare l’elettricità necessaria per la produzione di combustibili a idrogeno a costi molto inferiori.

Tra i primi promotori che stanno cercando di cogliere queste opportunità d’investimento, troviamo la Germania, Algeria e Cile, paesi che hanno firmato già molteplici accordi bilaterali sulla produzione di combustibili a idrogeno (visti come fondamentali per l’alimentazione delle navi).

Il rapporto “Fuelling the Fourth Propulsion Revolution” è stato presentato alla World Ports Conference di Vancouver, in Canada, e richiede una maggiore ricerca e sviluppo nei combustibili verdi e lo sviluppo specifico di infrastrutture di produzione in località geografiche chiave come l’America Latina e l’Africa. Le stime mostrano un potenziale di produzione di oltre 10.000 TWh per combustibili (netti) a zero emissioni di carbonio nelle regioni costiere di tutto il mondo.

Le Compagnie di navigazione considerano gli investimenti in queste aree fondamentali per aiutare i paesi a realizzare i potenziali guadagni presenti nei loro accordi bilaterali.

Fino a questo punto, continua a esserci una mancanza d’investimenti in tecnologie a emissioni zero, con l’IEA che sottolinea che l’importo totale degli investimenti aziendali in ricerca e sviluppo per il settore marittimo è diminuito, da $ 2,7 miliardi nel 2017 a $ 1,6 miliardi nel 2019. Tuttavia, entro il 2050, secondo l’Agenzia Internazionale per le Energie Rinnovabili (IRENA), almeno la metà dei combustibili (netti) zero scambiati a livello globale dovrebbe essere spostata dalle navi.

Il rapporto di ieri indica che ciò rende lo shipping un fattore chiave per la decarbonizzazione dei settori industriali terrestri.

L’autore del rapporto, il Prof. Stefan Ulreich, ha dichiarato: “Per soddisfare l’enorme domanda di combustibili a base di idrogeno nel Nord del mondo, sono urgentemente necessari centri di produzione nel Sud del mondo”. “Mentre i governi stanno iniziando a rendersi conto della necessità di passare a combustibili come l’idrogeno, finora sembra che sia stata data poca attenzione alle modalità di trasporto per mare per questi combustibili”, ha aggiunto il prof. Ulreich. Ed ancora: “La navigazione e l’intero shipping devono far parte dei negoziati più ampi sulla transizione energetica e la navigazione e i porti avranno bisogno di investimenti. Ma con questo investimento arriva un’enorme opportunità di ritorno”.

Stuart Neil, Direttore della Strategia e delle Comunicazioni presso l’International Chamber of Shipping ha dichiarato: “La navigazione sarà un fattore chiave per la transizione energetica globale, fornendo soluzioni convenienti e flessibili per trasportare almeno la metà dei combustibili netti a zero emissioni di carbonio scambiati in tutto il mondo. Si parla molto della transizione energetica globale verso carburanti a emissioni zero al di fuori del trasporto marittimo. Ma quello che abbiamo appreso con questo rapporto è che ci aspetta un’enorme opportunità economica occupazionale per tutti”.

Abele Carruezzo