Il Portogallo ratifica la Convenzione di Hong Kong sul riciclaggio delle navi e approva riduzioni fiscali per gli armatori

Lisbona. Il Governo portoghese ha ratificato la Convenzione Internazionale di Hong Kong sul riciclaggio delle navi, trasponendola nella legislazione nazionale.

L’azione del Portogallo porta a 20 il numero di paesi che hanno ratificato la convenzione sulla rottamazione verde.
La Convenzione Internazionale entrerà in vigore due anni dopo che 15 Stati IMO, che rappresentano il 40% del trasporto mercantile mondiale per stazza lorda, e in media il 3% del tonnellaggio di riciclaggio negli ultimi 10 anni, l’avranno firmata o depositato strumenti di ratifica, accettazione, approvazione o adesione con il Segretario generale.

“L’attuale Regolamento UE sul riciclaggio delle navi riflette un solido approccio iniziale, ma la capacità operativa degli impianti di riciclaggio certificati nell’UE, che si trovano in Turchia e negli Stati Uniti è troppo limitata e non soddisfa tutte le esigenze di capacità di riciclaggio degli armatori europei”, afferma con una nota l’Associazione degli armatori portoghesi.

Sul fronte della ‘continuità territoriale’- sempre ieri – il Governo portoghese si è impegnato, con un piano di aiuti, a rendere più competitiva la flotta nazionale, specialmente nel settore del cabotaggio tra il Portogallo e le Azzorre.

Il Governo ha concesso una serie di aiuti finanziari agli armatori nazionali che manterranno le loro navi sotto la bandiera nazionale. Si tratta in gran parte di riduzioni fiscali, che avranno un effetto retroattivo di un anno e non evaderanno le direttive dell’Unione Europea.

Il piano governativo di ‘aiuti’ si è reso necessario per via della liberalizzazione del settore, approvata dal 1° gennaio 2022, che ha reso le Compagnie di navigazione, impegnate nel collegamento con le Azzorre, bersaglio di una concorrenza senza quartiere da parte di società straniere.
Gli armatori portoghesi , tramite la loro associazione (AAMC, Associação de Armadores da Marinha de Comércio), accusano la società Box Lines (70% società portoghese Sonae e 30% società britannica Wessex Shipping), che tra Portogallo e Azzorre impiega navi sotto bandiera tedesca ottenendo condizioni d’esercizio più vantaggiose delle società lusitane.

Abele Carruezzo