Il documento del Consiglio europeo

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Bruxelles. A Bruxelles, si sta discutendo dell’evoluzione che il conflitto ucraino possa seriamente estendersi fino a coinvolgere altri Paesi europei. Mentre, alcuni Stati membri, come l’Italia, avrebbero espresso perplessità su questo punto e che comunque concordano nell’esaminare strategie per rinforzare le Difese militari dell’Europa.

Intanto, circola una ‘bozza’ del documento conclusivo del Consiglio europeo; tale bozza di sicuro contiene un programma di emergenza in caso di attacco bellico russo. In sostanza, si parla di un piano per una ‘preparazione militare-civile rafforzata e coordinata’; una gestione strategica delle crisi in un orizzonte prossimo di minacce. Si invita la Commissione e l’Alto Rappresentate dell’Ue a mettere in campo ‘azioni per rafforzare la preparazione e la risposta alle crisi a livello europeo con un approccio a valutare tutti i rischi e di tutta la società, in vista di una futura strategia di prontezza’, si legge nella ‘bozza’ del documento finale del Consiglio Ue.

La leadership dell’Ue è infatti convinta che Vladimir Putin non intenda fermarsi in Ucraina e che il capo del Cremlino voglia guadagnare spazio vitale di altre nazioni.
“L’intera società europea deve essere pronta ad ogni evenienza, comprese le minacce militari, ibride e i disastri naturali”, ha dichiarato Ursula von der Leyen, mentre Borrell è stato ancora più esplicito: “Si vis pacem, para bellum”.

Intanto, La Francia, sulla scia delle ripetute dichiarazioni del suo presidente Emmanuel Macron, si prepara alla guerra. Il capo dello Stato francese si è detto pronto a schierare truppe direttamente in Ucraina, rendendo così ufficiale la presenza della Nato sul campo di battaglia. Non sono dello stesso avviso la premier italiana Meloni e il cancelliere tedesco Scholz.
Macron non condivide e rafforza la sua posizione con le dichiarazioni del suo Comandante delle Forze di terra francesi, il quale ha dichiarato che in meno di trenta giorni circa 20 mila soldati sarebbero pronti a partire per il fronte.

Fonti vicine all’ intelligence ucraina sono convinte che in caso di invio di truppe francesi, queste non prenderebbero direttamente parte ai combattimenti. Ciò che ci si aspetta, è che i contingenti vengano schierati nelle zone di confine con l’Europa più nevralgiche, come quelle con la Bielorussia oppure con la regione separatista filo-Cremlino della Transnistria. I soldati francesi avrebbero la funzione di ‘guardie di confine’.
Il rischio di uno scontro diretto con le forze russe non può essere escluso con certezza. Secondo diversi analisti, è molto improbabile che i francesi agiscano da soli: se dovessero decidere per l’invio di truppe anche altri quattro o cinque paesi europei, allora potrebbe essere organizzata una missione ‘umanitaria’ internazionale.

La risposta russa non si è fatta attendere. Medvedev ha detto che “per i galli della leadership francese sarà come una ghigliottina: verranno fatti a pezzi da parenti arrabbiati e malvagi rappresentanti dell’opposizione, ai quali è stato detto che la Francia non è in guerra con la Russia. E sarà una bella lezione per gli altri idioti inquieti d’Europa”.

Intanto, la Polonia ha schierato aerei da guerra a protezione dei suoi confini in seguito agli attacchi missilistici russi avvenuti la scorsa notte sull’Ucraina.

E da ultime notizie, l’Europa rimane divisa sulla difesa comune, ma che non farebbero mancare il sostegno a Kiev.

Abele Carruezzo

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