La centrale nucleare di Zaporizhzhia sull’orlo del blackout

Energoatom

(Foto courtesy by Energoatom)

Kiev. “La centrale nucleare di Zaporizhzhia è ancora una volta sull’orlo del blackout”. È quanto fa sapere Energoatom, l’Azienda di Stato ucraina che si occupa della gestione delle centrali nucleari.

“Oggi, 22 marzo 2024, durante un attacco missilistico su larga scala contro l’Ucraina alle 5.10 del mattino, è stata scollegata la linea aerea esterna OHL-750kV Dniprovska che collega la centrale nucleare di Zaporizhzhia, temporaneamente occupata, al sistema elettrico integrato dell’Ucraina”, afferma in nota social di Telegram Energoatom.

Attualmente, la centrale è collegata alla rete elettrica ucraina solo dalla linea di trasmissione OHL-330kV Zaporizhzhia TPP-Ferrosplavna.
La centrale nucleare di Zaporizhzhia, la più grande d’Europa, è stata al centro di scontri da quando è stata conquistata dalle forze russe nel marzo 2022, e sia Mosca e sia Kiev si sono accusate a vicenda di averne compromesso la sicurezza.

Il Ministro degli Esteri, Antonio Tajani, in un’intervista su Rai 3, di stamane, dopo i nuovi attacchi, ha detto che la “Centrale Zaporizhzhia è a rischio, e serve neutralizzare area”. “La centrale nucleare di Zaporizhzhia – ha continuato Tajani – è a rischio perché è nel luogo centrale del combattimento e l’obiettivo è quello di neutralizzare quell’area, farne una sorta di zona extra-guerra, per impedire conseguenze negative”.

La centrale nucleare ucraina di Zaporizhzhia è in sostanza la più grande d’Europa e la quinta nella classifica delle centrali nel mondo; fornisce energia ad un quinto della popolazione dell’intera Ucraina; ospitata nella parte centrale del Paese, si trova vicino la città di Enehodar, sulle sponde del bacino idrico di Kachovka, nei pressi del fiume Dnepr.

E’ composta da sei reattori di tipo VVER1000 per 5.700 MW, una serie di impianti nucleari ad acqua pressurizzata progettati e costruiti dall’Unione sovietica. I primi cinque furono resi attivi tra il 1985 e il 1989 (a cavallo del disastro di Chernobyl, avvenuto nel 1986), l’ultimo nel 1995.

Nel territorio ucraino sono in tutto15 i reattori attivi, divisi in quattro impianti. Da soli producono in totale 3.823 mega watt, fornendo energia per il 55% del fabbisogno del Paese. Normalmente, una centrale di questo tipo i reattori sono a fissione nucleare; sfruttando il calore prodotto da una reazione di fissione nucleare a catena auto-alimentata e controllata, generano vapore a temperatura e pressioni elevate, per poi azionare le turbine a vapore accoppiate ad alternatori, al fine di produrre energia elettrica.

Una centrale nucleare è sostanzialmente un impianto industriale in cui l’energia nucleare viene trasformata in energia termica ed elettrica; queste centrali operano come impianti elettrici e quindi si comportano come centrali nucleotermoelettrica o più brevemente come centrale elettronucleare.

Già nel 2016 il National Geographic Centre ucraino dichiarava le sue perplessità sulla sicurezza tecnica e sulla capacità di contenimento del nucleo centrale ritenuto già troppo vecchio – e quindi instabile – otto anni fa e nonostante la sua rigenerazione.

La minaccia atomica rimane comunque percepita come tale a livello internazionale.

Abele Carruezzo

Energoatom