COSIRIFAREIBARI: un Big Bang per un nuovo Universo Sociale

Bari deve guadagnare una nuova “Myra”: i nuovi marinai dovranno, ancora una volta, fare una scelta coraggiosa. A volte cambiare il “punto di vista” è salutare. Siamo abituati a vedere palazzi, negozi…, cielo e mare dal basso, seduti in una scatola detta “auto” che continuamente ci deforma la lettura di un territorio, di una città comprese le relazioni umane. La nostra vita è scandita da un insieme di segnali codificati (semafori, accessi e sosta); oppressi dall’affanno del traffico, dal rumore delle auto bloccate al solito incrocio; tutto questo non ha niente in comune con una mobilità sostenibile.

Mi piacerebbe raggiungere in pochissimi minuti i punti nevralgici di una città; respirare un’altra aria, e osservare una città nuova, fatta di costa e di aree verdi; partire dal porto e giungere subito in stazione ferroviaria, ospedale, borgo vecchio e centro servizi. E’ possibile? Occorre un sistema di trasporto ferroviario di passeggeri e merci dove i convogli  viaggino sopra una sede vincolata -monorotaia- con traiettoria ad anello. Occorrerà volgere la prua della nave-Bari, per conquistare non un mito ma un nuovo orizzonte laico, capace di proiettare la città verso quella dimensione internazionale che è nel cuore di tutti i baresi.

Bari, grande città metropolitana e di mare merita un futuro diverso, con un orizzonte del mare e del cielo che appartengono alle comuni relazioni umane di ogni barese. Una Bari nuova: “cosirifareibari”! Il piano progettuale, rivoluzionario, è dell’ingegner Vito Masi: un impegno professionale per costruire una Bari diversa, libera, vivibile, attraversata da un “fiume verde”, un vero Big Bang per un nuovo Universo Sociale.


“In una realtà come quella della città di Bari – afferma l’ingegnere Masi – collocata al centro di un hinterland metropolitano e di un meridione sempre più ‘desertico’, dove la mancanza di infrastrutture non è che il termometro di una sempre più profonda crisi esistenziale in un Sud marginalizzato nella sua economia e nei suoi valori, non basta ‘pensare‘ ad un Rinascimento virtuale del contesto sociale in cui viviamo, occorre creare concretamente le condizioni per una rinascita vera e duratura del Sistema Paese.” Ed ancora Masi afferma “Perché non esiste un ‘Nord’ senza un ‘Sud’. E non esiste un ‘Sud senza un ‘Nord’.” Ed ecco l’idea progettuale di Masi nel dichiarare che per invertire la tendenza a questo ‘incaprettamento’, occorre dare segnali forti e chiari che diventino simbolo e paradigma di una rinascita da troppo tempo soffocata da burocratismi, mafie e cedimenti striscianti di strati sociali sempre più ampi al malaffare.


“Cosirifareibari” è una strategia che vuole essere una risposta eclatante e rivoluzionaria a tutto questo ed ambisce a diventare il simbolo di una nuova speranza sociale: “Se Io sono cambiato, e Voi siete cambiati, tutto il Mondo può cambiare!” grida Rocky Balboa alla vecchia CCCP, ripiegata su ideologismi arcaici e sclerotizzati.
Stiamo attraversando, un periodo della nostra storia con scenari variabili, da una rivoluzione industriale prima a quell’informatica poi; fasi e declinazioni sociali molto accelerati che richiedono nuove logiche comportamentali flessibili e dinamiche. Una domanda di trasporto pubblico che cresce sempre più; il sistema di movimentazione in uso sul territorio urbano (bus con alimentazione autonoma e tram ad alimentazione elettrica da cavi aerei) sempre più limitato in termini di capacità di trasporto e con costi di gestione elevati (pensiamo a tempi d’attesa, soste, e livelli standard di sicurezza).

Anche il sistema di trasporto extra-urbano incide nel degradare le nostre città (entrata e uscita) e dilatando i tempi di percorrenza da un punto all’altro del territorio cittadino. Tutto questo comporta una sensibile e crescente riduzione delle attività commerciali e produttive, strozzate dalla difficoltà di accesso e parcheggio di utenti e merci, in una città, come Bari, che da sempre trae la sua linfa vitale da commerci e turismo. E ancora vediamo che il borgo murattiano barese è sempre più asfissiato dai rumori, dallo smog, dal traffico, e sembra accelerare la propria auto desertificazione.

Crescono le barriere nelle relazioni sociali di una città perché ci si allontana dai suoni, dai colori, dai silenzi, da quel mondo “a misura d’uomo” necessario per vivere. Crescono i costi ambientali dell’inquinamento acustico, termico e atmosferico generato da una società in cui i “consumi” sostituiscono la quantità alla qualità, le “abitudini di massa” al feed-back della memoria, la droga dell’indifferenza alla fantasia; l’habitat urbano ne esce degradato senza via di ritorno per il vivere quotidiano.

Per cercare un nuovo “punto di vista”, bisogna tener conto che non si può affrontare il “nodo” di Bari senza aver risolto l’equilibrio del borgo, né il borgo può prescindere dalle sue interazioni con la città e il territorio metropolitano; quindi, qualunque intervento teso a riorganizzare parti significative del centro storico deve prima affrontare in maniera radicale e risolutiva il nodo dei flussi di uomini e merci da e per la città. E allora immaginiamo di creare una piastra pedonale attrezzata: sollevata di circa tre metri rispetto al livello stradale; arredata a giardino pensile e connessa con scale mobili e percorsi terrazzati fioriti ai marciapiedi esistenti; sotto scorre il traffico attuale e sopra dotata di monorotaie per il trasporto rapido di massa; fondendo così, integrando piazze, teatri, musei, giardini, mare.

In questa maniera saranno facili nuove percezioni e nuovi scenari, generando un “fiume verde” per consentire di riappropriarsi delle stagioni, del profumo dell’erba, del sorriso di un amico, del canto degli uccelli, di odori e sapori antichi, cioè del riaffermarsi del “se stesso”. Un treno a “mono”-rotaia, come dice la parola stessa, che si muove scorrendo su una trave-guida di supporto e nella versione ipotizzata da due carrozze, lungo poco meno di ventisette mt e che può trasportare fino a 230 passeggeri, di cui trenta seduti.

Calibrata su un totale di 27 Km di tracciato, costituito da 1 anello centrale e tre bretelle di collegamento ai parcheggi perimetrali di scambio per le utenze extraurbane; la cui velocità massima, pari a 80 km/h, è compatibile con una implementazione a scala extrametropolitana -point to point- del sistema per gestire anche il traffico pendolare; ipotizzando di captare per ogni Km di monorotaia l’uno per cento del volume di traffico quotidiano in entrata nell’area metropolitana di Bari e con un ricavo netto superiore a 70 milioni di euro/annui, l’adozione di un people mover con questa tecnologia avrebbe un impatto ambientale nullo (motori elettrici a recupero di energia autoalimentati da pannelli fotovoltaici), ricucendo le periferie urbane con standards eccellenti per comfort, quantità di persone trasportate, certezza dei tempi di trasporto e sicurezza.

Quattro, in sintesi, i punti qualificanti di questo ‘New Deal’:

La Monorotaia: un sistema di trasporto rapido di massa in grado di ridurre i volumi di traffico del 27%, ad emissione nulla e con un utile medio annuo superiore a 70 milioni €, annullando di fatto le distanze tra centro e periferia con un tempo massimo di spostamento non superiore a 30’;

Il Fiume verde: più di 45 Ha di verde nel cuore della città, realizzati al di sopra del fascio di binari che oggi divide in due il territorio cittadino;

La Galleria delle Nazioni: 300.000 mq di spazi espositivi equamente distribuiti tra ‘Oriente’ ed ‘Occidente’ ed uniti da una piazza all’italiana, dove confrontare culture, artigianato, merci, anime. Sulla ‘Via della Seta’;

La Porta della Città: 18.000 mq divisi tra edifici terrazzati, destinati a terziario, residenziale e portuale, (con 22.00 mq a giardino pensile) e 24.000 mq di centro direzionale.

 

Salvatore Carruezzo

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