Volvo Ocean Race: Groupama e PUMA allungano, Sanya conferma il ritorno a Miami

La nona giornata di competizione della quinta tappa è iniziata con notizie positive per il trio di testa, che può godere di attimi di tregua dopo le ore durissime e le condizioni estreme incontrate negli ultimi giorni, pur mantenendo un buon passo. Groupama e PUMA navigano a medie intorno ai 20 nodi a 50° di latitudine sud, prima che il Pacifico meridionale da domani torni “cattivo”.

In terza posizione Team Telefónica è leggermente più lento, e procede con cautela con il doppio obiettivo di minimizzare i danni e di evitare che i battistrada scappino via. CAMPER continua verso il Cile e Abu Dhabi è rientrato nel vento dopo due giorni di calma piatta. Intanto Team Sanya ha confermato che ritornerà a competere a Miami.

La lotta per la leadership è ormai diventata una cosa a due fra i francesi di Groupama 4 e gli americani di PUMA, che all’ultimo rilevamento navigano nella fascia dei 50° di latitudine sud e hanno ulteriormente incrementato il loro vantaggio in condizioni più clementi di quelle incontrate negli ultimi giorni. Paradossalmente, il relativo calo dell’intensità del vento ha comportato un aumento delle velocità medie per i due battistrada che al rilevamento delle ore 15 erano separati da poco più di 46 miglia e navigavano intorno ai 20 nodi. Il duo è ormai più vicino a Capo Horn che alla Nuova Zelanda.Le previsioni meteo indicano che le condizioni torneranno ad essere piuttosto impegnative già nelle prossime ore quando i leader saranno oltre metà strada della tappa, supereranno l’ultimo cancello di sicurezza e poi avranno la via libera verso la punta meridionale del continente sudamericano.

Il navigatore Tom Addis ha confermato che PUMA è passata dalla sopravvivenza alla regata grazie a un vento e a uno stato del mare più tranquilli e che il team sta cercando di avvicinarsi ai francesi prima di doppiare Capo Horn. “Nell’ultimo giorno siamo passati dal tenere la barca tutta intera a una navigazione veloce. Siamo tornati a navigare sui nostri target, soprattutto perché l’onda è calata.” Addis, tuttavia, ha confermato che da domani le condizioni torneranno  farsi dure, ma che spera che il team possa evitare la parte peggiore della prossima bassa pressione. “Presto ritorneremo ad avere vento forte, credo che resteremo dietro al sistema depressionario principale, ma l’aria aumenterà come faranno le onde.” Secondo Addis PUMA potrebbe raggiungere Capo Horn entro tre giorni con maggiori opzioni tattiche su cui giocare. “I cancelli della zona di esclusione comportano meno scelte tattiche, ma dopo ce ne saranno di più e in numero ancora maggiore dopo l’Horn.”

In un collegamento con il quartier generale di Alicante, il watch captain di Team Telefónica Neal McDonald ha confermato che l’equipaggio spagnolo continuava a combattere, malgrado i lavori alla parte prodiera danneggiata negli ultimi giorni. “Abbiamo due uomini al lavoro a prua, sembra che sia passata una settimana. Dobbiamo essere sicuri che il danno non si faccia più serio. Potremmo spingere di più ma temiamo che potrebbe portare a problemi maggiori. Continuiamo a navigare per vedere cosa succede, ce lo dirà il tempo. Dobbiamo vedere cosa succederà nei prossimi giorni, la situazione è stabile al momento, camminiamo con buon passo e stiamo bene.” Le parole di McDonald sono in effetti confermate dall’ultimo rilevamento in cui gli spagnoli hanno sì oltre 236 miglia di distacco ma mantengono una velocità intorno ai 18 nodi.

Molte preoccupazioni aveva suscitato l’incredibile video che ieri aveva fatto il giro del web. “Pensate che era solo un pezzo di quanto è successo a bordo.” Ha raccontato il velista britannico “Un po’ prima abbiamo avuto un altro incidente, ma era buio e non abbiamo potuto filmarlo. Ci siamo stesi su un fianco, non ci sono state conseguenze, ma sicuramente ci siamo presi un bello spavento. Queste cose succedono tutti i giorni, a dire la verità. Meno male che nessuno si è fatto male. Io ero in coperta ed è stato un momento folle. Anche sottocoperta c’era il caos, i ragazzi sono stati sbalzati fuori dalle cuccette, ma a parte qualche livido nessuno si è fatto male.”

A bordo della barca francese, leader provvisoria della tappa con 46 miglia di vantaggio, il media crew member Yann Riou ha confermato che un attento controllo, in vista del futuro peggioramento delle condizioni, non ha rivelato alcun problema alla struttura. “Brad Marsh, il prodiere è salito in testa d’albero questo pomeriggio per fare un check di routine e non ci sono problemi all’armo o al resto dei sistemi di bordo, Groupama 4 è in forma, solo qualche piccola via d’acqua che ci costringe a sgottare.” I francesi hanno anche informato che il timoniere australiano Phil Harmer si è ferito a una spalla a causa del moto ondoso che lo ha fatto andare a sbattere contro il tambuccio e poi, una seconda volta contro la paratia. Un problema che potrebbe forse costringerlo a rinunciare alla sesta tappa.

Purtroppo la situazione è decisamente meno incoraggiante a bordo di CAMPER with Emirates Team New Zealand che, 400 miglia più a nord, sta facendo rotta verso il Cile per un pit-stop e che ha informato di un altro problema strutturale alla prua, ossia maggior lavoro per il già esausto Rob Salthouse. “Le cose non diventano più semplici.“ Ha spiegato l’MCM Hamish Hooper. “La scorsa notte mentre navigavano lentamente, anche il longherone di destra si è staccato, il quarto colpo di seguito per noi. A ogni colpo la struttura diventa più fragile e le cose più difficili. Rob Salthouse merita un premio, praticamente sta lavorando senza sosta, completamente coperto di polvere di carbonio da quattro giorni, senza dormire, riparando pezzi che continuano a rompersi.”

In quinta posizione Abu Dhabi spera in un possibile riavvicinamento agli avversari più avanti avendo finalmente trovato del vento, dopo due giorni di calma quasi assoluta che lo ha relegato ben 1176 miglia alle spalle dei leader. Lo skipper Ian Walker si è detto speranzoso di un giro della ruota della fortuna. “Dalla partenza da Auckland, abbiamo avuto una regata totalmente diversa dagli altri. Noi pregavamo per avere più vento, mentre credo lo facessero il contrario. Stranamente il morale a bordo è molto alto. Credo dipenda dal fatto che questa situazione è al di fuori del nostro controllo. C’è ancora molta strada e tutti potrebbero avere problemi, noi inclusi. Questa tappa potrebbe dipendere ancora tutta dall’arrivare a Itajaì senza rompere.”

Intanto Team Sanya ha confermato ufficialmente che ritornerà in regata a Miami poiché, sfortunatamente, tutte le opzioni di poter riunirsi alla flotta in Brasile non si sono dimostrate fattibili. Non potendo portare la barca a Itajaì in tempo per la partenza, il team cinese salterà la sesta tappa e riprenderà con la In-Port race di Miami il 19 maggio e la partenza della settima tappa verso Lisbona il 20 maggio. Team Sanya è previsto arrivi a Tauranga martedì pomeriggio, dove l’equipaggio preparerà immediatamente la barca per la spedizione fino a Savannah, negli USA, sul cargo ‘Maersk Bratan’ che aprtirà il 29 marzo e si prevede possa arrivare il 27 aprile. Una volta completate le riparazioni a Savannah, la barca navigherà fino a Miami per ricongiungersi alla flotta.

Al nono giorno di regata, i leader si trovano a poco più di 4.000 miglia dal traguardo. Al rilevamento delle ore 15 (italiane) il francese Groupama 4 guida con un vantaggio di 46,1 miglia su PUMA, terzo è Telefónica a 236,3 miglia dai leader, mentre gli ispano/neozelandesi di CAMPER, ancora in regata ma in rotta per il Cile, accusano un distacco di 536,6 miglia. Quinto rimane Abu Dhabi a 1.176,1 miglia.

Posizioni al rilevamento delle ore 13 GMT (15 ora italiana) del 26 marzo 2012:

1. Groupama sailing team 3.565,4 miglia da Itajaí
2. PUMA Ocean Racing powered by BERG, +46,1
3. Team Telefónica, +236,3
4. CAMPER with Emirates Team New Zealand, +536,6
5. Abu Dhabi Ocean Racing, +1.176,1
6. Team Sanya, +2.973,4

Foto: N. Dana