ONU: le meganavi rendono meno competitivo lo shipping

GINEVRA –  Uno dei fenomeni che ha contribuito al cambiamento dei parametri economici del processo dei trasporti marittimi è stato l’avvento delle meganavi. La presenza di tali navi, sia passeggeri che da carico, sui mari del mondo ha determinato le conseguenti variazioni delle rotte mercantili e la scelta dei porti da scalare.

Nell’economia marittima un tale evento ha generato varie fusioni tra società armatoriali, lasciando molti paesi, soprattutto i piccoli, serviti solo da poche compagnie di navigazione, giusto per garantirsi un mercato cabotiero, fuori dai mercati globali.

Questa analisi è stata ufficialmente presentata nella Conferenza delle Nazioni Unite sul Commercio e lo Sviluppo (UNCTAD: UN Conference on Trade and Development), che si è svolta ultimamente a Ginevra nella sede delle UN, rimarcando che il problema  potrebbe essere risolto rafforzando la rottamazione di vecchie navi, fra le quali, molte illegali. “ Sarebbe un bene per il settore dei trasporti marittimi e per l’ambiente se avessimo norme ambientali più severe volte a favorire la demolizione di una nave”, ha detto il presidente UNCTAD, Jan Hoffmann, nell’illustrare il rapporto annuale.

Oggi, a livello globale, vi sono circa 15 aziende che offrono servizi regolari di trasporto container a ciascun paese marittimo; numero di aziende che è costantemente diminuito rispetto alle 22 del 2004 e la tendenza diventa difficile da fermare. Infatti, le aziende dello shipping tendono oggi ad unirsi e le tre grandi compagnie, Maersk, Mediterranean Shipping Company e CMA CGM  hanno il 35% del mercato mondiale; e per questo ci si aspetta che le dimensioni medie delle navi cresceranno ancora, con una conseguente meno presenza di aziende singole sul mercato mondiale, e con molti piccoli paesi che resteranno fuori dalle rotte di import/export di materie necessarie per affrontare un degno sviluppo.

Abele Carruezzo