Consiglio dei Ministri sul lavoro marittimo

ROMA – Su proposta del Ministro Infrastrutture e Trasporti, Maurizio Lupi, il Consiglio dei Ministri ha deliberato di dare più poteri di controllo alla Guardia Costiera in materia di sicurezza e salute per i marittimi imbarcati a bordo di navi.

Sostanzialmente, il Governo ha approvato in sede preliminare un provvedimento di attuazione della direttiva UE 38/2013 in materia di controllo delle unità navali mercantili da parte dello Stato di approdo. Già, durante la seduta della Camera n.76 del 12 settembre 2013, si era proceduto alla ratifica ed esecuzione della Convenzione dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro (OIL) n.186 sul lavoro marittimo, con i relativi Allegati, adottata a Ginevra il 23 febbraio 2006 nel corso della 94ma sessione della Conferenza generale dell’OIL.

Si era convenuto, altresì, di dare giusto tempo agli armatori italiani per conseguire le relative certificazioni di adeguamento delle proprie navi imposte dalla normativa internazionale, in tema di sicurezza e condizioni di lavoro a bordo. Sul versante europeo, l’EMSA (European  Maritime Safety Agency ), agenzia per la sicurezza marittima, ha già implementato le modifiche al database THETIS utilizzata dalle Autorità di PSC per poter gestire le ispezioni MLC. La Convenzione MLC, come abbiamo scritto in altri precedenti articoli, mira a realizzare un ambiente di lavoro dignitoso per i marittimi del mondo e sicurezza di qualità con interessi economici per gli armatori in concorrenza leale.

In realtà, la MLC 2006 è considerata il “quarto pilastro” tra le normative marittime più importanti che regolano il processo del trasporto marittimo internazionale ed integra le altre tre convenzioni adottate dall’IMO: la convenzione internazionale per la salvaguardia della vita umana in mare (SOLAS), la convenzione internazionale per la prevenzione dell’inquinamento causato da navi (MARPOL) e la convenzione internazionale sugli standard di addestramento, certificazione e tenuta della guardia per i marittimi (STCW).

Ora, con il deliberato del Consiglio dei Ministri, il Governo italiano si impegna a far rispettare regole e principi che riguardano un lavoro marittimo dignitoso, quali la durata dell’orario di lavoro e di riposo, gli esami medici della gente di mare, giusto trattamento dei marittimi in caso di incidente marittimo, e di responsabilità e di risarcimento per quanto riguarda i casi di morte, lesioni personali e abbandono dei marittimi.

Così, le navi che approderanno in porti dello Stato italiano saranno soggette a ispezioni condotte dal personale specializzato appartenente al Corpo delle Capitanerie di porto – Guardia Costiera – . Si dovrà tener conto, tra l’altro, della disciplina internazionale inerente le condizioni di vita e di lavoro a bordo della nave ed in caso di difformità dalle prescrizioni previste, l’ispettore PSC (Port State Control) segnalerà immediatamente le carenze al comandante della nave stabilendo i termini per la loro correzione. E’ previsto inoltre, in caso di condizioni di vita e di lavoro a bordo che rappresentino un evidente pericolo per l’incolumità, la salute o la sicurezza dei marittimi, il fermo della nave in porto.

Abele Carruezzo