Barcellona senza le crociere è ancora Barcellona?

(Foto cortesy Helix Cruise Center)

L’Amministrazione comunale di Barcellona è contro l’Autorità portuale per la presenza di navi da crociera. La sindaca ha proposto di limitare le navi da crociera che arrivano in città a tre al giorno.


Barcellona. Il sindaco di Barcellona, Ada Colau, contesta le scelte dell’Autorità Portuale con una campagna politica anti-crociere insieme a vari comitati ambientalisti.

Esiste un problema serio che si sta manifestando in molti porti del Mediterraneo: ‘come e a quali condizioni le infrastrutture portuali devono essere accettate dalle comunità locali’. Ci riferiamo alle infrastrutture (terminal) per navi da crociera (sempre più grandi), così come quelle energetiche che in molti porti si stanno avviando alla costruzione per ottemperare la crisi messa in atto dall’invasione dell’Ucraina da parte della Russia.

Molte comunità locali dei vari porti e molta opinione pubblica, espressa solo sui social, stanno mettendo in crisi la realizzazione di uno sviluppo delle infrastrutture sostenibili di un porto.

Il presidente dell’Autorità Portuale di Barcellona, Damià Calvet, risponde alla sindaca: “E’ un’ossessione non giustificata”, riferendosi all’atteggiamento ostile del Comune che sta compromettendo il rapporto di fiducia tra Porto e Compagnie di navigazione, aggiungendo che queste ultime “iniziano a temere per la certezza giuridica” della loro presenza a Barcellona”.

Da sempre sosteniamo, da queste pagine, che è necessario adottare iniziative (tra Porto e Città)
che possano prevenire e minimizzare i conflitti sia attorno alle politiche di sviluppo delle
infrastrutture portuali e retroportuali e sia durante i singoli procedimenti autorizzativi. Occorre avere da parte delle comunità della Città e del Porto le giuste ‘capacità’ a comprendere i problemi, a prevenire le dinamiche di un conflitto ambientale che circondano i vari progetti per realizzare nuove infrastrutture adeguate alle esigenze attuali di una crocieristica in forte ripresa e con un prodotto ‘crociera’ in evoluzione.

Ottimizzare le spedizioni, i porti, i terminal marittimi e le operazioni logistiche, oggi, sono un problema importante affrontato da tutte le Autorità Portuali mediterranee, come quelle italiane: non serve più prendere decisioni per intuizione o per imitazione di altre realtà, senza un’adeguata analisi dei flussi marittimi che possa giustificare le decisioni adottate.
La sindaca di Barcellona chiede da tempo che il numero di navi passeggeri sia ridotto e contingentato.

Il presidente Calvet, in una recente intervista alla Tv spagnola, risponde sostenendo che i crocieristi rappresentano appena il 4% dei turisti di Barcellona: “In altre parole, se vai in un luogo affollato con 100 persone e ne porti via quattro, ne rimangono comunque 96”. La differenza sta che “quel 4% ha un immenso impatto economico e lavorativo, sulla città: 1 miliardo di fatturato e circa 9.000 posti di lavoro diretti e indiretti”.

Dai dati monitorati dall’Agenzia Protezione Ambiente della Catalogna risulta che le navi da crociera provocano solo lo 0,73% delle emissioni di ossidi di azoto nella regione e lo 0,23% delle emissioni di particolato.
“Il modello che il nostro porto ha adottato è il migliore possibile”, ha detto il presidente dell’Authority catalana; “nessun altro modello adottato è valido quanto il modello Barcellona“, concordato nel 2018 con il Consiglio Comunale (sindaca sempre la Colau) e, secondo il presidente , “migliore” di quelli firmati a Valencia, Dubrovnik o Venezia.

L’accordo prevede, infatti, sostiene il presidente Calvet, che le crociere siano concentrate in sette terminal nel Moll Adossat, che consente anche di “aprire il Moll Barcelona alla città, limitando lo spazio in cui le navi possono ormeggiare”.
“Non possiamo dire una cosa un giorno e l’altra poi, dando messaggi sbagliati. Quando le Compagnie di navigazione hanno sentito che il Consiglio Comunale voleva limitare le navi da crociera, la prima cosa che hanno fatto è stata chiamare il porto”, ha rivelato Calvet.

La competizione fra porti del Mediterraneo si sta rivelando sempre più forte e i terminal crociere hanno e avranno un ruolo fondamentale e indispensabile per lo sviluppo crocieristico/turistico di un porto. Anzi un porto senza infrastrutture adeguate e un terminal che soddisfi i bisogni e i sogni dei passeggeri non ha futuro in questo settore. I progressi tecnologici e la concorrenza tra i porti hanno costretto i terminal-cruise ad aumentare la loro efficienza a livelli notevoli.
Barcellona ha sette terminal, tre sono gestiti da Global Ports e due da Carnival, mentre negli altri due MSC e Royal Caribbean hanno già effettuato forti investimenti: “Avremo le più rilevanti Compagnie di navigazione nel mondo in casa, cosa che non succede da nessuna altra parte”, ha commentato il presidente Calvet.

Sempre ‘no’ e comunque un ‘no’ ci sta bene sempre, senza se e senza ma! Questo ci aiuta a ‘esserci’ nella società virtuale, mentre si soffre economicamente nella realtà.

Abele Carruezzo