Ferrovie del Sud Est alla Regione Puglia

In tema di trasporti, l’unico impegno operativo di questo Governo, è trasferire competenze, patrimoni e servizi; possibilmente svendere società con bilanci in passivo e se questo non è possibile, allora “accorpare” subito, senza salvaguardare i bisogni di una utenza. E’ il caso della rete ferroviaria pugliese, di competenza di Ferrovie Sud Est, che aspetta di vedere completare l’elettrificazione dal secolo scorso.

La Regione Puglia è interessata da F.S.E con una rete di circa 500 chilometri di binari ed attualmente si sta lavorando per la elettrificazione della tratta Bari-Martina Franca; nel sud Salento si sta lavorando ad un piano di ammodernamento dei fasci di binari e infrastrutture di servizi, mentre sulla tratta Triggiano-Casamassima si sta procedendo all’interramento dei binari. Questo è il fronte-lavori per soddisfare l’intera utenza dei circa 58 mila pendolari che utilizzano le Ferrovie del Sud Est per mobilità lavorativa giornaliera, all’interno del territorio pugliese, con grande difficoltà e spending di tempo e di denaro.

Con il famoso decreto-Monti sulla crescita Italia è previsto il trasferimento delle Ferrovie del Sud Est dallo Stato alla Regione: le F.S.E., società con azionista unico il Ministero dell’Economia, con 1500 lavoratori e molti dirigenti tecnico-politici, se la Regione firmerà l’accordo entro il prossimo 24 agosto, avrà una ricapitalizzazione garantita di 20 milioni di euro, altrimenti la regionalizzazione avverrà entro la fine di quest’anno.

L’assessore alle Infrastrutture e Trasporti della Regione Puglia, Guglielmo Minervini, durante l’ultimo incontro con il Ministero interessato, ha espresso condizioni e riserve circa bilanci, stato economico-finanziario-gestionale della società compreso un  piano industriale che deve e dovrà essere adeguato e sostenibile.

Al di là delle buone intenzioni, proposte e prossime campagne elettorali, la situazione si presenta poco chiara: prima di tutto è risaputo che la strada ferrata delle F.S.E. non appartiene alla società, come pure le pertinenze ed immobili, ma sono demanio regionale; secondo, non si comprende l’ultimatum del 24 agosto, visto che comunque entro la fine del 2012, la società sarà regionalizzata; e perché ricapitalizzare solo con 24 milioni di euro quando sappiamo essere insufficienti?
Ed il debito di 130 milioni di euro che la società vanta nei confronti della Regione? Per quali servizi all’utenza? Contenziosi sindacali per trattamento di fine rapporto di lavoratori, prima del 2000, come finiranno? Ed i nostri “onorevoli” ministri ed ex ministri su quale rete sono connessi?

 

Abele Carruezzo