Guerra Ucraina Russia: Londra e Washington sul piano politico affrontano Putin

Da ieri la città portuale meridionale ucraina di Mariupol rimane isolata e senza luce e gas; le truppe russe hanno intensificato i bombardamenti nelle aree urbane spingendosi verso Kiev. Sul versante politico due azioni significative, quella di Londra e il discorso di stanotte di Joe Biden.
Londra. Una nota di Downing Street annuncia che l’UK ha varato nuove sanzioni contro Mosca, incluso l’annunciato divieto alle navi russe di accedere ai porti britannici.

La Ministra degli Esteri UK, Liz Truss, nell’illustrare la nota ha detto: “Il divieto alle navi russe di entrare nei porti del Regno Unito e le nuove sanzioni economiche contro le principali istituzioni finanziarie russe, inclusa la sua banca centrale, in stretto coordinamento con i nostri alleati, degraderanno l’economia russa e contribuiranno a far perdere Putin”.

Il Ministro dei Trasporti del governo di Boris Johnson, Grant Shapps, ha confermato alla Camera dei Comuni che anche il settore della navigazione mercantile farà la sua parte nell’ambito delle sanzioni contro Mosca promosse e concordate da Londra con gli alleati occidentali della Nato. Per questo il Regno Unito ha deciso di chiudere i suoi porti alle navi russe, fra le ritorsioni per l’invasione dell’Ucraina.
Sul versante industriale, il gigante dell’energia ExxonMobil e il gruppo aeronautico Boeing si sono uniti all’elenco crescente di società per agire contro l’invasione russa dell’Ucraina. ExxonMobil ha dichiarato che uscirà da una joint venture multimiliardaria con la società statale russa Rosneft. È l’ultimo produttore di petrolio a tagliare i rapporti commerciali con il Paese, dopo mosse simili di BP, Shell ed Equinor.

Mentre diversi paesi si stanno muovendo per bandire gli aerei russi dal loro spazio aereo, questa notte il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, durante il suo discorso sullo stato dell’Unione, ha annunciato sanzioni simili e un invito alle compagnie di navigazione containerizzate per rafforzare la loro partnership con il preciso scopo di promuovere la concorrenza nel settore marittimo, secondo l’accordo fra il Dipartimento di Giustizia e la Federal Maritime Commission (FMC), l’Ocean Shipping Reform Act passato già alla Camera.

Nel suo intervento il presidente americano ha denunciato che il settore del trasporto marittimo è dominato da un esiguo numero global carrier, tre alleanze armatoriali mondiali straniere, che attualmente controllano l’80% della capacità di trasporto globale della flotta di navi portacontainer e il 95% della capacità offerta sulle sole rotte marittime est-ovest che sono le più importanti per la movimentazione degli scambi commerciali mondiali.

Discorso duro quello di stanotte di Biden, durante il quale ha rimarcato le criticità dell’attuale legislazione americana nello shipping che non riesce a contrastare questo il potere delle compagnie di navigazione, specificando che se un secolo fa l’Ocean Shipping Act stabiliva una regolamentazione di carattere pratico per i vettori marittimi global, il Congresso ha poi costantemente deregolamentato il settore ampliando l’immunità antitrust e nel contempo indebolito l’obbligo dei vettori marittimi di rendere pubblici tariffe e commissioni.

Subito si sono sollevate le critiche da parte del World Shipping Council (WSC), l’associazione internazionale che ha quali membri 14 primarie compagnie di navigazione mondiali, per la quasi totalità costituenti le tre alleanze (2M, Ocean Alliance e THE Alliance) citate da Biden, e tutte di nazionalità estera ad eccezione dell’americana Matson.

Abele Carruezzo