Lloyd UK: contratti marittimi in Crimea potrebbero essere illegali

Il fronte degli affari in Crimea sono compromessi dopo la chiusura di alcuni porti al traffico mercantile; nei primi sei mesi del 2014 i contratti di noleggio di navi si sono dimezzati rispetto allo stesso periodo del 2013. Un numero sempre crescente di armatori stanno evitando alle proprie navi scali nei porti di Sebastopoli  non solo per motivi di sicurezza marittima, ma anche per non incorrere in affari illegali. Infatti, il Regolamento UE 692/2014 che vieta l’importazioni in Europa di beni provenienti dalla Crimea stabilisce la illegalità di contratti, polizze di carico, per merci imbarcate nei porti della Crimea; con la sola eccezione dei contratti stipulati prima del 25 giugno 2014.

Il divieto riguarda i porti di Evpatoria, Kerch, Sebastopoli, Yalta e Feodosia; con grande difficoltà si comprende come sia difficile effettuare un controllo operativo, visto che l’intero territorio è sotto la supervisione russa. Non di meno conto è la considerazione che l’Ucraina è ancora uno Stato riconosciuto dall’Organizzazione Marittima Internazionale (IMO) come legittimo sovrano della Crimea.

Di fronte ad una situazione conflittuale tra le sovranità di Stati, Ucraina – riconosciuta dall’IMO –  e Crimea – riconosciuta dalla Russia – a detta dei Lloyd assicuratori e P & I secondo il diritto internazionale marittimo inglese, operare con contratti assicurativi di navi per prestazioni ed obbligazioni in tali porti si generano dei conflitti tali da rendere illegali i contratti di trasporto marittimo; e per una qualsiasi controversia quale stato sarebbe competente? Molti contratti di noleggio comprendono molte clausole relative alle merci trasportate, ma mai ci si era trovati di fronte a due stati contemporaneamente competenti per eventuali controversie.

 

Abele Carruezzo