Riforma ormeggiatori: approvata

ormeggio alla bitta

(ormeggio alla bitta; foto archivio Il Nautilus)

Il Governo vara il testo del Mit di adeguamento al Regolamento europeo del 2017, in particolare su certificazione, formazione continua, mobilità e centralità ministeriale per le tariffe con il favore di ANGOPI, Associazione di categoria degli ormeggiatori

Roma. Il Consiglio dei Ministri, su proposta del Presidente Giorgia Meloni e del Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini ha approvato, in esame definitivo, un Regolamento, da adottarsi con Decreto del Presidente della Repubblica, che introduce “Modifiche del Regolamento per l’esecuzione Codice della Navigazione Marittima, approvato con Decreto del Presidente della Repubblica 15 febbraio 1952, n. 328”. Sul testo è stato acquisito il parere del Consiglio di Stato.

L’intervento attiene alla modifica del Regolamento per la disciplina del servizio di ormeggio. Il provvedimento prevede che il ‘servizio di ormeggio’ è svolto esclusivamente da personale iscritto nel Registro degli ormeggiatori, selezionato a seguito di procedura concorsuale, la mobilità degli ormeggiatori tra i vari porti e stabilisce la disciplina tariffaria, i cui parametri saranno di competenza del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. Una norma di riordino e disciplina chiesta con forza dagli operatori del settore. Naturalmente il Registro degli ormeggiatori è tenuto dal Comandante del Porto, presidente dell’Autorità Marittima del Porto.

Infatti, in ambiente ANGOPI si parla che tali modifiche sono attese da diversi anni e non riguardano solo i porti TEN-T (come recita il regolamento UE 352/2017), ma tutti gli altri porti a livello nazionale.

Stiamo parlando di ‘servizi tecnico nautici’, quali il pilotaggio, rimorchio, e per l’appunto di ormeggio, battellaggio; cioè di servizi di interesse generale, atti a garantire nei porti, la sicurezza della navigazione e dell’approdo. Il servizio di ormeggio “consiste nell’attività di posa trasferimento o rilascio dei cavi, che legano la nave alla terra ferma, alle boe, cosi da rendere sicura l’operatività e permanenza nel porto della nave, e non arrecare danni alle altre navi e opere portuali”. Naturalmente il ‘diritto all’auto produzione di tale servizio è escluso.

Il Prof. Sergio Maria Carbone, durante il convegno di ANGOPI dell’anno scorso, ‘riferendosi alla continuità della filiera produttiva’ ebbe a dire che “La continuità può essere garantita anche in presenza di erogatori di servizi differenziati, ma che siano coordinati e rispettosi di tutte le esigenze presenti nell’esercizio portuale”, sfatando le previsioni di eventuali ‘riforme sulla legge 84/94.
Passando alla recente ‘riforma per gli ormeggiatori’ approvata ieri dal Consiglio dei Ministri, i punti salienti riguardano proprio la definizione della professione.

La riforma definisce in modo più preciso la professione degli ormeggiatori. Questo contribuirà a garantire che solo professionisti qualificati e addestrati siano responsabili dell’ormeggio delle navi. Una definizione chiara aiuterà a ridurre il rischio di errori o incidenti dovuti a incompetenza.

Le procedure concorsuali per accedere alla professione saranno disciplinate in modo più dettagliato. Ciò significa che gli ormeggiatori dovranno soddisfare requisiti specifici per ottenere l’autorizzazione a svolgere il loro lavoro. Questo processo di selezione migliorerà la qualità della forza lavoro e, di conseguenza, la sicurezza nei porti.

La riforma affronta la questione della mobilità degli ormeggiatori tra i vari porti. Questo può contribuire a garantire che gli ormeggiatori siano adeguatamente formati per operare in diverse situazioni portuali. La capacità di spostarsi tra i porti senza compromettere la sicurezza è essenziale.

La riforma stabilisce requisiti di certificazione e procedure per la formazione continua degli ormeggiatori. Questo assicura che i professionisti siano costantemente aggiornati sulle migliori pratiche e sulle nuove normative di sicurezza. La formazione continua è fondamentale per prevenire incidenti e migliorare la sicurezza.

Il Ministero mantiene un ruolo centrale nel processo di formazione delle tariffe per gli ormeggiatori. Questo può influenzare indirettamente la sicurezza, poiché tariffe adeguate possono incentivare la qualità del servizio e la conformità alle norme di sicurezza.
In sintesi, la riforma mira a creare un ambiente più sicuro nei porti italiani, garantendo che gli ormeggiatori siano competenti, ben addestrati e costantemente aggiornati sulle pratiche di sicurezza.

Abele Carruezzo

Si allega lo schema del Decreto

ormeggio ad una banchina

L’ormeggio ad una banchina può essere di fianco (‘all’inglese’), di poppa (‘alla francese’) o di prua