Il Portogallo ratifica la Convenzione di Hong Kong per un riciclaggio più sicuro delle navi

Convenzione di Hong Kong

(Image courtesy IMO)

Londra. La Convenzione copre la progettazione, la costruzione, il funzionamento, la manutenzione e la preparazione delle navi per facilitare il riciclaggio sicuro e rispettoso dell’ambiente, senza compromettere la sicurezza e l’efficienza operativa delle navi stesse.

In base al trattato, le navi destinate al riciclaggio sono tenute a portare un inventario dei materiali pericolosi, specifico per ciascuna nave. I cantieri di riciclaggio delle navi sono tenuti a fornire un piano operativo/riciclaggio delle navi, specificando il modo in cui ciascuna nave sarà riciclata, a seconda dei suoi particolari e del suo inventario.

S.E. Nuno Brito, Ambasciatore straordinario e plenipotenziario, rappresentante permanente del Portogallo presso l’IMO, ha depositato lo strumento deliberativo di adesione presso il Segretario generale dell’IMO Kitack Lim lo scorso 28 marzo.

I 20 Stati contraenti della Convenzione rappresentano il 30,16% del tonnellaggio lordo delle navi mercantili mondiali. Questi includono Belgio, Congo, Croazia, Danimarca, Estonia, Francia, Germania, Ghana, India, Giappone, Lussemburgo, Malta, Paesi Bassi, Norvegia, Panama, Portogallo, Sao Tome e Principe, Serbia, Spagna e Turchia.

Sebbene sia stata firmata da diversi paesi, non è ancora entrata in vigore in quanto richiede la ratifica di un minimo di 15 paesi che rappresentano il 40% del tonnellaggio mercantile mondiale.
Aderendo agli standard di sicurezza delineati nella Convenzione di Hong Kong, gli impianti di demolizione delle navi possono ridurre al minimo i rischi per i lavoratori e prevenire l’inquinamento delle comunità circostanti.

Il riciclaggio sicuro delle navi promuove anche pratiche sostenibili e garantisce che i materiali pericolosi vengano smaltiti correttamente, rendendolo una parte vitale dello sforzo globale per proteggere la salute umana e l’ambiente. Mentre c’è stato un aumento nella ratifica dei cantieri in linea con gli standard delle Convenzioni di Hong Kong, oltre l’80% delle navi inviate per la demolizione finisce ancora sulle spiagge dell’Asia meridionale note per la scarsa sicurezza e le pratiche ambientali.

Abele Carruezzo