Euroferry Olympia: ii tutto legato al portellone della nave rimane ancora chiuso

Astakos/ Platygiali. Gli sforzi, per localizzare altri dispersi nei vari locali dell’Euroferry Olympia, continuano per il decimo giorno.

Finora non è stato aperto il portellone con lo scopo di permettere il rilascio dei gas tossici intrappolati sul primo ponte e che consentirà ai V.F. di EMAK e alle squadre di soccorso di entrare, cercando di indagare e procedere al secondo garage dove si stima di trovare altri camionisti dispersi.

Questa mattina, un denso fumo ricopre la nave, poiché le condizioni meteorologiche, prevalenti dalla notte nella zona, con piogge e temporali, hanno creato un ambiente termico opposto a quello interno e intorno al traghetto; questo sta agevolando le operazioni per cercare dispersi nelle per autovetture.

Gli sforzi sono concentrati nel tagliare le cerniere dei perni del portellone per aprire e accedere al primo ponte, che, secondo alcune fonti di agenzia, il fuoco non ha mai raggiunto e i veicoli sono rimasti intatti.
Le indagini si concentreranno sul controllo poco a poco di quello spazio, così come sul secondo garage.

Ieri, è stato reso pubblico il rapporto forense sulle cause della morte degli ultimi tre corpi che sono stati recuperati dall’Euroferry Olympia e trasportati a Patrasso. Per il patologo forense, Dott. Andreas Gotsis, che ha effettuato le autopsie sui corpi, l’autista greco aveva ustioni di primo e secondo grado su tutto il corpo; aveva anche inalato una quantità di fuliggine per cui queste sono, in combinazione, le cause della morte. Per quanto riguarda il secondo corpo, il medico legale ha affermato che non è riconoscibile perché carbonizzato e sarà necessario un test del DNA per identificare la vittima.

Si attendono anche i risultati dell’autopsia sul terzo corpo. Intossicazione da carbonio e ustioni sono anche le cause della morte per gli altri quattro corpi esaminati secondo i risultati dell’esame forense, effettuati dal Dott. Angeliki Tsiola, di medicina legale di Patrasso.